FI, più candidati in ogni quartiere
Non c’è ancora accordo con la Lega su nomi condivisi
Forza Italia prova a riscattarsi partendo dai 33 quartieri: allestirà gazebo in città per raccogliere proposte e disponibilità dei cittadini. L’obiettivo è quello di candidare uno o più simpatizzanti in ogni quartiere. Ma non c’è accordo con la Lega su nominativi comuni al centrodestra.
rilancio di Forza Italia in città passa dai giovani e dai quartieri. Gli azzurri — come già anticipato dal Corriere l’ 8 agosto — oggi giudicano un errore politico aver snobbato le prime elezioni dei consigli di quartiere, nel dicembre 2014. Ed ora vogliono rifarsi. «Vogliamo candidare almeno un simpatizzante in ognuno dei 33 quartieri» spiegano la capogruppo in Loggia Paola Vilardi e il coordinatore cittadino Paolo Fontana. Per questo, aggiungono, «da sabato allestiremo, a partire dal centro, una serie di gazebo per raccogliere consigli e disponibilità all’impegno da parte dei cittadini». Anche se deve essere ancora trovata la quadra con la Lega su possibili candidature comuni a tutto il centrodestra.
Vilardi e Fontana restano comunque critici sull’attuale organizzazione dei quartieri: «Sono troppi e hanno poca voce in capitolo nelle scelte amministrative». Come la Lega cittadina, vogliono una legge che reintroduca le circoscrizioni (abolite da Calderoli nel 2010 nelle città con meno di 250mila abitanti). Nel frattempo chiedono che i consigli di quartiere abbiano «più peso decisionale» nelle scelte dell’amministrazione e che «vengano rappresentati in Loggia e nelle commissioni comunali da un consigliere delegato». Forza Italia non disdegnerebbe affatto che ai nomi dei candidati nei quartieri possa essere abbinato il simbolo di parti- to. Ipotesi, questa, già rigettata nettamente da Del Bono («non partitizziamo i quartieri, devono restare importanti laboratori di partecipazione e quindi civici»); il sindaco ha garantito che anche alle elezioni del primo weekend di dicembre resterà una lista unica (Corriere del 13 agosto). Ed è nettamente contrario al ritorno delle circoscrizioni («erano diventate micro-consigli comunali che agivano in controcanto e non in sintonia con l’amministrazione»); no anche alla riduzione del nuIl mero dei quartieri («resteranno 33, anche se ritoccheremo e ottimizzeremo i confini geografici»). È però d’accordo ad aumentare il numero dei consiglieri nei quartieri più piccoli (oggi ne hanno solo 5) e a dare a tutti più peso politico («Li abbiamo coinvolti sulle varianti urbanistiche e sulla raccolta differenziata, ora dobbiamo trovare dei meccanismi più vincolanti per le politiche di investimento, per il piano delle opere pubbliche o le alienazioni»). Vilardi infine propone di istituire il voto elettronico ma non rinuncia ad una stoccata finale al primo cittadino: «Continua a sostenere che i consigli di quartiere sono il regno del civismo ma di fatto una dozzina di consiglieri, alle ultime elezioni, si è candidata per il centrosinistra, ovvero il Pd e le sue civiche. I quartieri sono stati funzionali a Del Bono D’ora in avanti vogliamo che siano strumento di partecipazione politica anche per chi si sente vicino alle nostre idee».
Vilardi Vogliamo il ritorno delle circoscrizioni ma ora usiamo questo strumento di partecipazione anche se va migliorato