Brescia, 10 giorni per trovare la squadra
Una settimana di pausa (6 sono impegnati con le nazionali) può aiutare Suazo
Il Brescia resta una squadra affascinante e dal potenziale ancora inespresso. Ma in quattro partite ufficiali la squadra di Suazo non ha ancora vinto nemmeno una volta. Il Brescia, che torna ad allenarsi domani, sarà una delle società più decimate dalle partenze (sei) per le nazionali. Ben venga una settimana senza campionato, una novità assoluta per la cadetteria, potrebbe dare a Suazo il tempo necessario per ritrovare la squadra.
Il Brescia resta una squadra affascinante e dal potenziale ancora inespresso. Ed è una sensazione soggettiva, nel calcio nessuno può conoscere i disegni del futuro. Nonostante i numeri da flop, almeno per il primo mese di gare. Questi, sì, incontrovertibili. In quattro partite ufficiali, la squadra di Suazo non ha mai vinto. L’unica compagna di viaggio, in Serie B, con un ruolino di zero vittorie in quattro incontri — alcune società sono ferme a tre — è il Palermo, un’altra delusa di questo inizio di stagione. Provvidenziale la sosta, quindi? Fino a un certo punto.
Il Brescia, che torna ad allenarsi domani, sarà una delle società più decimate dalle partenze (sei) per le nazionali. Ben venga una settimana senza campionato, una novità assoluta per la cadetteria che, anche in questo caso, è stata traghettata da Massimo Cellino, conscio di non poter regalare Tonali, Ndoj e Viviani a centrocampo ad almeno quattro avversarie a stagione.
Eppure, in questo momento, la squadra ha il disperato bisogno di trovare un equilibrio. E potrà lavorare a ranghi completi solo per due giorni, prima del match interno con il Pescara del prossimo 15 settembre. Ogni reparto dipende dall’altro in entrambe le fasi, se sono già stati subiti 7 gol in 4 partite (due delle quali contro avversari di Serie C), con una sola trasferta sul contachilometri non è solo colpa di una difesa da oliare. I problemi del pacchetto arretrato sono sistematici sugli esterni. Il capro espiatorio è diventato Felipe Curcio, ma le caratteristiche del mancino brasiliano sono note dal febbraio scorso, quando incantò contro il Parma al debutto a Mompiano servendo due assist a Torregrossa. Ecco, è ancora quel calciatore dalla metà campo in su (due gol su tre nascono da sue incursioni): se si vuole attingere alla sua qualità, senza passare alla difesa a tre che ne tutelerebbe la spinta, vanno accettati i palesi limiti in fase difensiva e qualche lacuna caratteriale. Non va meglio a destra. Mateju è ancora ibrido e timido, il titolare indiscusso resta Sabelli ma potrà esordire solo alla quinta giornata. Rondanini, più bloccato, garantisce una maggiore copertura ed è probabile che prenda il posto del ceco già al prossimo appuntamento. In mezzo al campo, deciso di non investire su un mediano classico tutta sostanza e poco estro, appurato che Tonali è un giocatore di livello ormai europeo, non si può chiedere a Bisoli e Ndoj di inventarsi interditori se sono, al contrario, mezzali di inserimento. In attacco, per ora il tridente ha assolto il suo compito, ma è vissuto più di giocate estemporanee garantite dall’alta qualità dei singoli che da movimenti d’insieme.
Donnarumma, reduce da 23 gol in un anno a Empoli sfruttando la telepatia con Caputo e gli schemi di Andreazzoli, è stato il primo sabato a dire che i gol si evitano tutti assieme. Dichiarazioni da uno abituato a prendersi le promozioni sul campo. Mentre, per ora, questa è una squadra da videogame. Da costruire, tutta potenza e niente atto. Divertente, spesso. Ma nel calcio vero sorride solo chi vince. E il Brescia deve ancora riuscirci.
L’obiettivo Da domani si riprendono gli allenamenti e si cerca di trovare un equilibrio