Corriere della Sera (Brescia)

Vaccini, scuola a rischio per settecento

Ma i genitori No vax si stanno organizzan­do: ieri sera un incontro. Con la legge raggiunto il 95% di copertura

- Di Matteo Trebeschi

Sono settecento i bambini che nel Bresciano potrebbero non essere ammessi al nido e alla scuola materna che stanno iniziando in questi giorni. A Brescia i non ammessi sono alcune decine: il Comune ha deciso la linea dura e chiede il certificat­o non accontenta­ndosi di un’autocertif­icazione. Ieri sera i genitori no vax si sono incontrati per decidere come comportars­i.

Quasi 450 bambini: sono i piccoli nati nel 2015 che ancora non hanno la copertura del vaccino esavalente. E quindi rischiano di rimanere fuori da asili e scuole dell’infanzia: in realtà, nel territorio dell’Ats di Brescia i numeri dei potenziali esclusi potrebbero essere più alti: almeno 702, se solo si contano i bimbi nati nel 2015 che non hanno fatto il vaccino trivalente (parotite, morbillo, rosolia).

Infatti, senza i dieci vaccini resi obbligator­i dalla legge «Lorenzin» (l. 119/2017), i dirigenti scolastici potrebbero rifiutare l’ingresso dei più piccoli nelle sezioni di nido e infanzia che aprono in questi giorni. A Brescia città — dove le strutture comunali hanno contato qualche decina di inadempien­ti su circa 2.100 iscritti — la linea è quella di rifiutare qualsiasi autocertif­icazione: valgono solo i libretti vaccinali. Una scelta in linea con i dettami della legge, ma che potrebbe scontrarsi con le famiglie che non vogliono sentire parlare di vaccini obbligator­i. Decine e decine di genitori si stanno organizzan­do, con l’aiuto anche del coordiname­nto No Vax.

Ieri sera, infatti, è stata indetta una riunione per fare il punto sulla situazione degli esclusi di città e provincia. Un modo anche per capire come muoversi.

«Le nostre indicazion­i sono sempre nei limiti della legge» ricorda Alfredo Mori, responsabi­le per Brescia del «Movimento internazio­nale di riconcilia­zione» (Mir), associazio­ne che appoggia la politica dei genitori che consideran­o l’obbligo della vaccinazio­ne un atto lesivo della libertà. Ma quali sono i consigli principali? «Noi ci atteniamo alla verità dei fatti. Guardi che la signora di Esine che ha falsificat­o il certificat­o — sottolinea Mori — non faceva parte del nostro gruppo».

Con l’avvio delle scuole il tema vaccini torna a essere esplosivo: stavolta, infatti, non c’è proroga come l’anno scorso. E la circolare ministeria­le non ha il valore di una legge approvata dal Parlamento. Di certo, in Lombardia «da quando è stata introdotta la legge sull’obbligo abbiamo raggiunto il 95% di copertura per i bambini da zero a sei anni» dichiara l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera.

Osservando con attenzione i dati a disposizio­ne dell’Ats di Brescia appare evidente come la copertura per l’esavalente nel 2010 era del 93% e cinque anni dopo è salita al 96%; per il trivalente, che contiene il morbillo, nel 2010 si contava una soglia del 91% (1.143 inadempien­ti), poi la copertura è salita al 95% per la classe 2014 ed poi è ridiscesa al 93% (con 702 bimbi di tre anni che potrebbero contrarre il morbillo e avere quindi lesioni permanenti).

 Mori (Mir) Le nostre indicazion­i sono sempre nei limiti di legge, noi ci atteniamo alla verità dei fatti

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