Investe con l’auto il vicino di casa accusato di violenze sulla moglie
Soncino, la pista della vendetta. Ma lui si difende: «È stato soltanto un caso»
CREMONA Il dato di fatto: l’investitore è il marito della donna violentata dall’investito. La domanda: casualità o vendetta, semplice incidente oppure un’azione premeditata? Saranno le indagini in corso a stabilirlo.
Lunedì scorso, alle 9.30, un indiano di 40 anni alla guida della sua berlina ha travolto a Soncino (Cremona), in largo Capretti, davanti alla casa di riposo, un connazionale trentacinquenne in bicicletta. Sono entrambi regolari e risiedono da tempo in paese, nel centro storico, a un centinaio di metri l’uno dall’altro, in un quartiere non distante dal luogo dell’impatto. La vittima ha battuto la testa perdendo molto sangue ma, nonostante le fratture e i tagli, è rimasto cosciente sino all’arrivo all’ospedale di Cremona. È fuori pericolo, dieci giorni di prognosi. Stando alle prime ricostruzioni, l’automobilista, che è risultato non essere sotto l’effetto dell’alcol, avrebbe perso improvvisamente il controllo al volante centrando il ciclista.
Ma la dinamica non è chiara. Il mistero si è infittito quando si sono scoperte le identità dei due indiani. Il ferito è stato arrestato, alla fine di aprile scorso, per violenza sessuale e sequestro di persona ai danni di una sua connazionale trentenne. La donna, madre di tre figli, aveva sporto denuncia dicendo di essere stata stuprata dal vicino di casa al quale era legata da una relazione sentimentale, poi interrotta perché era uno brutale e si ubriacava. L’uomo, però, si era opposto alla decisione e, quel giorno, l’aveva bloccata mentre era in auto. Dopo averle sottratto le chiavi della macchina e il cellulare, l’aveva portata nella propria abitazione abusando di lei.
Ripresasi dall’aggressione, la vittima si era recata in ospedale e subito dopo, con il certificato medico, alla caserma dei carabinieri di Soncino. Quella donna è la moglie dell’investitore, che ha saputo del tradimento e dello stupro solo quando l’altro è stato condotto in carcere. Da dove è uscito in attesa del processo, fissato a novembre.
I fatti di oggi e di ieri sono collegati? La risposta potrebbe arrivare dalle riprese delle telecamere. Al momento comunque l’automobilista non è indagato. I carabinieri lo hanno già sentito. Ha negato che il suo sia stato un gesto volontario, ma una casualità: «È stato un incidente, tutto qui. Ho perso il controllo, mi sono distratto», ha detto. Verrà ora raccolta anche la testimonianza del ciclista, che presto dovrebbe essere dimesso. E così i due avversari si ritroveranno faccia a faccia.