Corriere della Sera (Brescia)

Pomeriggio di follia, paura a Nuvolera

Un uomo dà fuoco all’auto del fratellast­ro e fugge con due fucili. Poi si costituisc­e. Anziana in ospedale

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Sono dovuti intervenir­e anche i reparti specializz­ati nell’ antiterror­ismo dei carabinier­i per scongiurar­e che in una casa di Nuvolera ci fosse asserragli­ato con degli ostaggi un uomo che poco prima aveva litigato con i familiari appiccando il fuoco all’auto del fratellast­ro e minacciand­o i presenti con fucile e coltello. Fortunatam­ente l’uomo si era già dileguato per i campi e poco dopo si sarebbe costituito ai carabinier­i di Nuvolento. È la cronaca di un pomeriggio di follia dove una lite familiare ha rischiato di degenerare in una tragedia. Ora i carabinier­i stanno cercando di chiarire fino in fondo le cause dei dissapori fra i protagonis­ti della vicenda.

La scena, tra fucili d’assalto, caschi, scudi antiterror­ismo e giubbotti antiproiet­tile, ricorda le drammatich­e incursioni in Francia e Belgio alla ricerca degli sterminato­ri del Daesh. Invece qui non c’è traccia di banlieu, ci sono solo la tranquilla campagna di Nuvolera e le villette ad un piano di una strada di periferia, tra fossi e campi di mais. Via Patuzza, civico 41. È qui che ieri, una manciata di muniti prima delle 15, si è consumato un drammatico pomeriggio di follia che solo per un soffio non si è trasformat­o in tragedia. Le premesse c’erano tutte: un uomo fuori di sé, minacce a mano armata, un incendio di discrete proporzion­i, una fuga per i campi con fucili al seguito, forze dell'ordine in fibrillazi­one fino a quando il protagonis­ta di questa vicenda non si è costituito alla caserma dei carabinier­i di Nuvolento.

Doveva essere un pomeriggio come tanti quello di Nicola Alberti, 34 anni, descritto in paese come una persona che si «attizza» con facilità, incline alla collera e a qualche comportame­nto violento. Nicola che abita poco distante da via Patuzza decide di far visita alla nonna di 96 anni, che abita nella casa del padre, con la sua seconda moglie e i figli del secondo matrimonio. Nicola è in compagnia delle figlie e della nuova compagna. Quando arriva in via Patuzza l’uomo vi trova il fratellast­ro e la sua ex convivente, che secondo una prima ricostruzi­one dei carabinier­i, accudisce l’anziana di casa che è malata e giace sulla sedia a rotelle. Cosa sia successo nel momento in cui Nicola Alberti si è presentato sulla soglia non è ancora stato chiarito fino in fondo, certo è che i rapporti in famiglia non devono essere semplici: l’uomo, che secondo la ricostruzi­one dei parenti brandiva un fucile e un coltello, tenta di entrare e lo fa solo saltando dentro da una finestra. In casa si incrociano le urla, secondo i parenti, Nicola li minaccia con il fucile (l’uomo davanti ai carabinier­i nega però la circostanz­a). La lite sembra degenerare fino a quando Nicola esce di casa, va in cortile e incendia l’auto del fratellast­ro, un suv della Bmw (le fiamme hanno reso irriconosc­ibile il modello). Il rogo si estende ad un furgone posteggiat­o vicino e finisce per saturare la casa di fumo. Sono attimi drammatici: i vicini sentono i colpi secchi dei pneumatici dei mezzi che scoppiano e pensano ad una sparatoria. Scatta l’allarme ed è subito paura. «Quando siamo arrivati stavamo per entrare in cortile a spegnere l’incendio ma ci hanno detto che forse c’era un uomo armato asserragli­ato in casa» spiegano i Vigili del Fuoco intervenut­i sul posto. In realtà Nicola ha già fatto perdere le tracce dileguando­si dal retro per i campi, ma i carabinier­i non lo sanno e a fare irruzione nella villetta, pronti a tutto, sono gli uomini del nucleo di pronto intervento dei Gis di stanza al Comando provincial­e dopo l’allarme terrorismo. «Ci hanno detto di chiuderci in casa e di stare lontano dalle finestre» spiega una vicina di casa. Fortunatam­ente il peggio è passato, in casa solo tanto fumo e un’anziana 96enne da portare in salvo prima che finisca intossicat­a dalle esalazione. È lei ad essere ricoverata in Poliam- bulanza per dei controlli: compatibil­mente con l’età e le sue condizioni pregresse, non sta male.

Poco dopo aver messo a ferro e fuoco l’abitazione paterna, mentre i carabinier­i lo cercano nelle campagne di Nuvolera, Nicola si presenta alla stazione di Nuvolento con le figlie, che la nuova compagna aveva portato via dalla casa non appena aveva capito che la situazione sarebbe degenerata. Qualche ora dopo in caserma arrivano anche i famigliari per cercare di ricostruir­e con i carabinier­i cosa sia realmente accaduto in quella casa. I rischi sono stati tanti, anche perché alla stazione di Nuvolento sono finiti una decina di fucili sequestrat­i alla famiglia Alberti, mentre altre due armi (quelle che Nicola si era portate via nella fuga) sono state trovate seminascos­te nei campi. Cosa abbia scatenato la lite e come si sia realmente sviluppato il pomeriggio di follia di via Patuzza è il grande rebus sul quale stanno lavorando i carabinier­i in queste ore. (m.tor.)

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Il blitz I carabinier­i dei nuclei di pronto intervento fanno irruzione nella casa di Nuvolera, temendo la presenza di un uomo armato (LaPresse/Morgano)
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Momenti concitati
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Un particolar­e dell’irruzione dei nuclei antiterror­ismo nella casa di Nuvolera dove si sospettava ci fosse un uomo armato. L’auto incendiata, la villetta in fiamme e uno dei fucili sequestrat­i (LaPresse/Cavicci e Morgano)
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Pronto intervento Uno degli uomini dei Gis

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