Finanziere corrotto: 3 arresti
In cella Scaroni già nei guai: truffò lo Stato con l’accoglienza ai profughi
A novembre sarà processato per truffa aggravata allo Stato e falso, ma Angelo Scaroni, imprenditore di Montichiari accusato di essersi arricchito con l’accoglienza ai profughi, ieri è stato arrestato per corruzione. Per avere indiscrezioni su un’inchiesta a suo carico per auto riciclaggio (avrebbe fatto sparire quasi un milione di euro) è accusato di aver usato come intermediario un professionista per corrompere un maresciallo della Finanza.Tutti e tre sono in cella.
Quella perquisizione gli ha tolto il sonno. La Finanza gli è piombata in casa e in ufficio improvvisamente, quando pensava che la procura avesse già spento i riflettori sui suoi affari dopo la richiesta (ottenuta) di rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato e per falso. Pensava di poter stare relativamente tranquillo dopo che il tribunale del riesame aveva tramutato in obbligo di firma la misura degli arresti domiciliari ritenendo che non «c’era la volontà di truffare».
Angelo Scaroni, imprenditore di Montichiari di 47 anni, credeva che i guai fossero finiti. Pensava di doversi difendere dall’accusa di aver intascato 936.670 euro dallo Stato per garantire un’accoglienza adeguata ai richiedenti asilo, mentre in realtà ospitava i profughi in strutture discutibili senza fornire assistenza psicologica nè corsi per l’apprendimento dell’italiano. E quando ha visto nuovamente la Finanza si è allarmato. E ha peggiorato la sua situazione, chiedendo al professionista contabile con cui aveva già fatto affari di «oliare» qualcuno delle Fiamme Gialle per capire cosa stesse succedendo. E cosa rischiava.
Il rischio si è concretizzato ieri mattina: tutti e tre sono finiti in carcere. Uomini della Finanza e della squadra Mobile della questura hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Luca Tringali su richiesta del sostituto procuratore Ambrogio Cassiani. A Angelo Scaroni, il professionista Luciano Fezzardi, 57enne, originario di Fiesse ma residente a Asola e al maresciallo aiutante della Finanza, Paolo Stranera, 54 anni, del Nucleo di polizia economico e finanziaria della Finanza di Brescia (è sospeso da luglio da quando è stato iscritto nel registro degli indagati) è contestato il reato di corruzione. In sostanza Scaroni, così sostiene l’accusa, avrebbe usato Fezzardi come intermediario per arrivare a Stranera e acquisire informazioni sull’indagine ancora in corso per auto riciclaggio. La procura ha delegato la Finanza a rintracciare i soldi — quasi un milione di euro — che Scaroni ha ricevuto dallo Stato senza fornire i servizi previsti per i profughi.
Proprio controllando i movimenti di Scaroni, grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche, gli inquirenti hanno monitorato passo passo i contatti tra Scaroni e Fezzardi e tra quest’ultimo e il sotto ufficiale della Finanza. Ci sono foto, registrazioni. E ci sono, soprattutto, gli assegni non intestati per un ammontare di quindicimila euro, sequestrati a casa del contabile. Assegni che, sempre stando alle accuse contenute nella richiesta di arresto, Scaroni avrebbe firmato e passato a Fezzardi che a sua volta li avrebbe mostrati al finanziere promettendo un rapido incasso per il successivo pagamento. Per svelare segreti di un’indagine a carico dell’imprenditore — l’indagine è ancora in corso — il finanziare ha accettato un paga- mento. Rinchiusi a Canton Mombello i tre hanno parlato con i loro legali (Francesca Flossi per Scaroni, Giovanni Orlandi per Fezzardi e Franesco Rossini per Stranera) in attesa di essere sentiti dal gip per l’interrogatorio di garanzia. In quell’occasione i legali potranno chiedere una misura meno afflittiva. Ed eventualmente potranno decidere di ricorrere al tribunale del Riesame.
Certo la posizione di Scaroni si aggrava. Quando il 15 novembre si presenterà in tribunale per rispondere del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falso, per aver fornito autocertifcazioni «farlocche» sulle condizioni degli appartamenti destinati ai profughi e sui corsi e l’assistenza, su di lui peseranno anche altre due inchieste. Quella di auto riciclaggio che mira a ricostruire i passaggi del denaro, dirottato probabilmente su altre società, e quella di corruzione, per aver pagato un sotto ufficiale delle Fiamme gialle, tramite un suo mediatore, per capire in che guaio fosse finito.