Scuola: «A regime dal 20»
Bonelli rassicura su eventuali buchi: «L’organico è potenziato, i docenti in classe non mancheranno»
Partenza con meno difficoltà del solito per la scuola bresciana. Lo assicura il dirigente dell’Ust, Giuseppe Bonelli: «Saremo a regime per il 20 settembre. L’organico è potenziato, i docenti non mancheranno». Resta però il problema dei presidi «40 scuole su 147 sono in reggenza e rischiamo di peggiorare. Sono fiducioso che dal prossimo anno andrà meglio».
Scuola al via, fervono le operazioni per fare in modo che l’anno scolastico inizi regolarmente. Giuseppe Bonelli, 49 anni, è il nuovo dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale dall’aprile scorso e per la prima volta si trova a gestire questa fase delicata in provincia di Brescia.
Buongiorno, come siamo messi quest’anno?
«Le nomine in ruolo, circa un migliaio, si concludono domani (oggi, ndr), da lunedì procederemo con le supplenze annuali. Essendo diverse graduatorie esaurite si procederà poi con la chiamata diretta da parte delle singole scuole: direi che per il 20 saremo a regime».
Inizio d’anno con qualche buco, quindi?
«Solo in teoria: tenga presente che c’è l’organico potenziato e per cui i docenti in classe non mancheranno». Buona la prima?
«Si riapre sempre in buone condizioni. Il servizio è imponente, solo a Brescia parliamo di quasi 150 autonomie scolastiche, ognuna delle quali gestisce diversi plessi, 16 mila docenti e via dicendo. La foresta funziona, la gran parte delle scuole apre regolarmente. E questo anche grazie all’impegno dei singoli dirigenti scolastici e dei Comuni che in estate garantiscono le manutenzioni degli edifici».
Tanti presidi sono però costretti alla reggenza.
«Questo è un bel problema. A Brescia 40 scuole su 147 sono in reggenza e rischiamo di peggiorare. Sono fiducioso che dal prossimo anno andrà meglio: a luglio ci sono state le prove pre selettive del nuovo concorso per dirigenti e non ci sono stati problemi. Abbiamo iniziato bene, insomma».
La sua impressione sulla scuola bresciana dopo sei mesi?
«Buona ovviamente. Un sistema lo valuti anche dal numero di problemi che ti ritrovi a gestire e quando vedi che non ci sono controversie sindacali, proteste, fenomeni di bullismo significativi o altro ancora vuole dire che si sta andando bene. Quello che mi ha colpito è la grande integrazione con il territorio. In questi mesi ho parlato con enti, associazioni, anche con i vigli del fuoco. Tutti hanno a cuore la scuola e sono pronti a collaborare. Un’attenzione molto positiva e che aiuta a superare i problemi in modo condiviso».
Tutti attenti alla scuola, i genitori a volte anche troppo. Soprattutto se il figlio prende un’insufficienza...
«Sì, c’è un’ansia educativa che non mi spiego. Oggi il livello di istruzione è mediamente più elevato, dovremmo avere genitori più consapevoli e sicuri di sé nell’educazione dei figli. Invece a volte sembra non sia così. Io sono stato il primo a laurearmi in famiglia e da parte dei miei genitori c’era grande fiducia nella scuola. Oggi questa fiducia sembra venuta meno ed è sicuramente un’altra delle sfide recuperarla. Poi dobbiamo dirci che c’è anche un grande entusiasmo: in quale altra istituzioni hai i genitori che dipingono le aule, mettono a posto i giardinetti, contribuiscono anche economicamente al buon funzionamento?».
Fra pochi mesi si celebrano i vent’anni di autonomia scolastica.
«L’autonomia è stata la vera grande riforma della scuola e sicuramente oggi stiamo finalmente entrando a regime. Noi, come ufficio territoriale, facciamo da supporto ma il sistema è oggi nelle mani del Ministero e delle scuole dell’autonomia. In teoria dovrebbe esserci anche la Regione, che dovrebbe gestire il servizio, ma non è mai stato mai trovato un accordo tra stato centrale e Regioni».
E tutte le scuole ci sono in questo processo?
«Il sistema viaggia ancora a due velocità: alcuni non vivono il cambiamento e pensano di essere non dico ai tempi del ministro Gentile ma della Falcucci sì, altri hanno trovato un modo per stare sul mercato e proporsi in modo ade-
Il lato positivo La maggior parte degli istituti apre regolarmente anche grazie al lavoro egregio portato avanti dai dirigenti scolastici
Il lato negativo Ben 40 scuole su 147 sono in reggenza e rischiamo di peggiorare. Sono fiducioso che dal prossimo anno andrà meglio
guato. Ci sono scuole che hanno sponsor, che intercettano fondi europei o ministeriali, altre hanno un atteggiamento più passivo».
Non è brutto usare il termine mercato quando si parla di scuola?
«Guardi che già oggi i genitori sanno benissimo in che scuola è meglio andare. Non sarà un mercato ma la valutazione la fanno, eccome. Il nostro compito è capire quali sono le scuole in maggiori difficoltà e accompagnarle nel cambiamento».
Il nuovo ministro ha annunciato l’intenzione di ridurre le ore di alternanza scuola lavoro.
«A Brescia, dove c’è un tessuto produttivo fertile, le ore potrebbero anche essere 600. Probabilmente il ministro pensa alle difficoltà che le scuole incontrano in territori dove manca lavoro. L’ideale sarebbe dare autonomia anche su questo alle singole scuole, all’interno di un quadro generale ovviamente».
In campagna elettorale le forze di governo avevano attaccato la buona scuola. Oggi, su questo, sembrano più silenti.
«Il governo sta governando e sappiamo che questo è diverso da una campagna elettorale».