Fonderie volano grazie all’export Previsioni nere
La domanda estera spinge le fonderie che registrano un secondo trimestre 2018 ancora in crescita con una produzione che, rispetto al primo semestre dell’anno precedente, cresce di quasi sei punti percentuali. A far segnare le migliore performance di fatturato sono i «getti» destinati ai mezzi di trasporto e alla meccanica con la ghisa che sale più del 6% e l’acciaio che recupera oltre il 30% dal picco più basso della serie storico (secondo trimestre 2017). A segnare il passo, dopo aver trainato per anni l’intero settore, sono le fonderie non ferrose. Questi alcuni dei risultati dell’indagine di Assofond che raggruppa le aziende del settore con gli imprenditori che pur registrando un trend positivo del fatturato che su base annua si prevede a un + 10,4%, temono un quadro economico complessivo in calo nei prossimi sei mesi. Uno scenario sintetizzato dall’indice sulla fiducia generale che passa dai 58,6 punti del primo trimestre ai 50 attuali con i comparti dei metalli ferrosi che vedono l’indice in calo (stabile per i non ferrosi). Gli ottimisti si trovano soprattutto tra le aziende che vendono all’estero che vedono un fatturato che per l’acciaio cresce, su base annua, oltre il 25%. Bene anche i non ferrosi che nel rallentare la corsa si “salvano” con l’export (+10%). Controtendenza la ghisa che vede una crescita minore della domanda estera (+4%) rispetto alle richieste globali (+13%). (r.g.)