Dentro l’esodo, Emanuele Confortin racconta i suoi migranti
Spenti da poco i riflettori sulle due manifestazioni di Toscolano Maderno (una a sostegno dell’accoglienza ai rifugiati con circa 200 presenti, l’altra contraria con una quarantina di partecipanti) la questione rifugiati si riaffaccia sull’alto Garda. Anzitutto per l’ormai imminente arrivo di cinque ragazzi africani che saranno ospitati in una casa di Gargnano nell’ambito di un progetto che vede parte attiva la Caritas diocesana, la Cooperativa Kemay e la Parrocchia del paese con il sostegno di alcune decine di persone. Nessun banale buonismo ma competenza e impegno gratuiti messi in campo dai volontari, inclusi medici e infermieri in pensione e un notevole numero di insegnanti, molti dei quali in servizio attivo. Altri si occuperanno della casa e dell’inserimento dei ragazzi attraverso lo sport, l’arte, la musica e piccole attività. Un progetto maturato per mesi con calma e convinzione e nessuno spazio per l’improvvisazione.
A richiamare attenzione sul tema contribuisce l’incontro col giornalista Emanuele Confortin (domani, sala Castellani, ore 20.30 con ingresso libero) che illustrerà le sue esperienze in molti Paesi e presenterà il suo libro: «Dentro l’esodo. Migranti sulla via europea» (Antiga Edizioni).
Confortin (fondatore del blog di informazione Indika.it) che «dentro» l’esodo ha vissuto davvero, racconta di essere stato «nel 2011 in Pakistan, prima nel momento dei talebani e poi tra centinaia di migliaia di alluvionati. Nel 2015 ho percorso 13.000 chilometri dall’Iraq all’Italia, attraverso Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia, Croazia e Bosnia, sulle rotte balcaniche dei migranti, tuttora attive anche se l’attenzione si è in gran parte spostata su quelle mediterranee. Nel 2017 in Iraq ho seguito una famiglia di profughi cristiani sulla via per Mosul e documentato il recupero da parte dell’artista Matti Alkanon, 75 anni, di una collezione di opere rimaste per anni nelle mani dell’Isis. Tre dipinti a tema cristiano risultavano squarciati dai jihadisti, ma Alkanon decise di ricucirli come rifiuto della guerra e prospettiva di rinascita: adesso sono esposti a Belluno».
Il giornalista, che ha intervistato anche trafficanti di esseri umani in Turchia e sul confine greco-macedone, ha la valigia pronta: raggiungerà a giorni una zona tra India e Tibet.