Ubi per il sociale Nasce una nuova fondazione
Presidente Franco Rampinelli. Dote della S. Paolo, 300.000 euro dalla banca
Ieri è stata presentata la Fondazione Ubi-Banco di Brescia presieduta da Franco Rampinelli Rota. L’obiettivo che si prefigge è rinsaldare il legame di Ubi Banca con uno dei suoi territori d’origine: le erogazioni saranno focalizzate nell’ambito educativo, della formazione e della socialità, nel solco di una tradizione cattolica non confessionale». Già stanziati 300 mila euro.
La costellazione delle fondazioni bresciane di erogazione si arricchisce di una nuova presenza. Ieri è stata presentata al pubblico la Fondazione Ubi - Banco di Brescia presieduta da Franco Rampinelli Rota. L’obiettivo che si prefigge è rinsaldare il legame di Ubi Banca con uno dei suoi territori d’origine facendo ricadere in maniera diffusa — attraverso liberalità — parte degli utili generati dalla macro-area del Nord Est. Le erogazioni saranno focalizzate — spiega il presidente — «nell’ambito educativo, della formazione e della socialità, nel solco di una tradizione cattolica non confessionale».
Fondazione Ubi-Banco di Brescia nasce da una costola di Fondazione Banca San Paolo, che ha fornito la dote iniziale sotto forma di patrimonio intangibile (100.000 euro). Le attività sono rese possibili dai 300mila euro che Banca Ubi ha già erogato nel 2018 e che dovrebbero essere la «base» anche nei prossimi anni. La stessa somma è stata assicurata da Ubi alla Fondazione «gemella», Cab, rappresentata ieri dal segretario Giovanni Trerotola.
Stefano Kuhn, direttore della macro-area del Nord Est di Ubi, precisa il rapporto banca-fondazione: «Per statuto una parte degli utili generati dalla banca è destinata a un fondo di dotazione per le fondazioni che consolidano il rapporto con il territorio. È stabilito un legame fra questi fondi e la capacità della macro-area di generare valore».
Vive invece di vita propria attraverso l’autofinanziamento (capitale investito, quote di aderenti e immobili locati) la Fondazione Banca San Paolo, rappresentata ieri dal presidente Gino Trombi e dal vicepresidente Michele Bonetti.
Il Banco di Brescia era nato nel 1999 con il conferimento degli sportelli di Banca Lombarda, nata a sua volta dalla fusione di Cab e San Paolo. Non a caso il Cda della nuova fondazione è composto da uomini che vengono da questi due mondi di riferimento: oltre al presidente Franco Rampinelli Rota ci sono il vicepresidente Costantino Vitali e poi i consiglieri Francesco Bestagno, Michele Bonetti, Giulia Lechi, Riccardo Parolini, Franco Polotti, Giovanni Silvioli, Egidio Tempini e Stefano V. Kuhn. Il collegio dei revisori dei conti è composto da Alessandro Masetti Zannini (presidente), Chiara Brichetti Regazzoli e Giovannimaria Seccamani Mazzoli.
Fondazione Ubi-Banco di Brescia (che ha una «competenza» su tutto il Nord-Est e sulle province di Brescia, Cremona, Mantova, Sondrio) e Fondazione Cab non sono le uniche realtà sostenute da Ubi: esiste a Bergamo quella che eredita il nome della Banca popolare, a Milano quello della Popolare commercio e industria e un’altra c’è ad Ancona. A Brescia la nuova presenza ha un significato particolare: «C’era il timore — spiega Rampinelli Rota — che con le fusioni si perdesse il rapporto banca-territorio. La Fondazione è stata individuata appunto come uno degli strumenti per mantenere vivi questi legami».
Il presidente ricorda l’impegno — secondo gli auspici di Ubi Banca — di affiancare, ai contributi a pioggia, «iniziative di più ampio respiro che ci piacerebbe realizzare in collaborazione con altre realtà, dalla Fondazione Asm alla Camera di Commercio, alla Fondazione della comunità bresciana». Intanto la nuova Fondazione si presenterà alla città con un concerto-omaggio a san Paolo VI: il 5 ottobre, alle 20.30 in Duomo vecchio, musica sacra con il coro dell’Accademia Filarmonica Romana.
Franco Rampinelli
C’era il timore che le fusioni allentassero il legame fra Banca e territorio: la Fondazione è uno strumento per rinsaldarli