Profumo di ricordi, terra e passioni I ravioli, un «affare» di famiglia
Gradisca. Ai cinefili, ma non solo, quel nome evoca una delle scene più viste e uno dei personaggi più amati del felliniano Amarcord. Giulia, Pietro e Serena l’hanno scelto per dare corpo e luogo a comuni passioni: il cibo vissuto come storia, piacere, convivialità. Un progetto elaborato nel corso degli ultimi tre anni e operativo da neppure due mesi, un modo, specie per la componente femminile del trio, di passare da professioni intellettuali, nel mondo della scuola e della sanità, a qualcosa in grado d’impegnarle manualmente. Gradisca, pasta fresca in quel di Desenzano, è in prima battuta fucina d’idee espresse fondamentalmente in due filoni, quello della memoria — senza tratti nostalgici — delle proprie radici, dei casonsei di Francesca, omaggio alla mamma di Giulia e Pietro, alle radici bassaiole, o dei ravioli al brasato, qui è il Piemonte di Serena ad emergere. Accanto, senza artificiose barriere, quello dell’innovazione con i ravioli cacio e pepe, quelli alla carbonara o alla norma, tutti sorta di rovesciamento tra i ruoli di condimento e ripieno. Felicemente segnati sia dalla pasta, volutamente non sottilissima, che si fa apprezzare offrendo piacevole resistenza, che dai ripieni, frutto di attenta ricerca di ottime materie prime. Non mancano, secondo stagione, i classici con ricotta ed erbette o alla zucca. Accanto pasta fresca, piatti pronti che aumenterann o come proposta rimanendo tuttavia legati al concetto di ricordo, anche di amici e clienti. Senza dimenticare l’attenzione per la salubrità, Serena è medico specialista, concetto che non coinvolge mai la sola nostra componente fisica.