Sete fruscianti e alte uniformi La Belle Époque bresciana in posa
Signore aristocratiche conciate da contadine per divertissement. Alessandro Fè d’Ostiani nell’alta uniforme di ambasciatore italiano in Cina e Giappone. Maria Sergeevna Annenkova, figlia adottiva dello zar Nicola I, in copricapo russo che spinge lo sguardo oltre i confini del lago dalla villa di Isola del Garda. Mentre il mondo si spinge verso la Guerra, l’aristocrazia danza su sete fruscianti, organizza tea party all’inglese, si cambia d’abito almeno tre volte al giorno e si incipria per gli inviti mondani.
Dell’età dell’eleganza restano fotografie sbiadite: panciotti inamidati, veli di pizzo, esteti intransigenti che si vestono solo come impone Le Moniteur de la Mode, rivista di culto parigina.
Paolo Boifava, il curatore della mostra, ha trafugato foto, reliquie, memorie in bianco e nero, le ha ingrandite e ha affastellate al museo Lechi di Montichiari. Il romanzo della Belle Époque bresciana sopravvive ne L’età dell’eleganza. Memorie fotografiche dalle collezioni di nobili famiglie (è l’ultimo fine settimana per vedere l’esposizione: montichiarimusei.it). Quel centinaio di foto, tutte scattate tra il 1858 e il 1914 e ricavate dagli ingrandimenti degli originali, «non hanno mai perso il loro valore esemplare. In esse vi è l’essenza di un gruppo sociale ormai scomparso, che posò di fronte all’obiettivo fotografico non per frivolo narcisismo ma per senso di appartenenza, esercitando quell’arte di apparire che solo l’aristocrazia della vecchia Europa seppe magistralmente unire alla consapevolezza del proprio ruolo» scrive Boifava.