Scaroni e il business dei migranti: l’ipotesi di un milione su conti esteri
L’imprenditore definito dal giudice «Personalità criminale ed incontenibile»
Luciano Fezzardi «quanto mai spregiudicato, costituente la vera architrave dei rapporti illeciti». Angelo Scaroni «personalità criminale incontenibile». Paolo Stranera «cedevole», doveva svolgere «un intervento insabbiatore, disattendendo i propri doveri e tradendo il prestigio della funzione rivestita». L’imprenditore, il faccendiere e il finanziere. Sono i profili tracciati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre indagati per corruzione e che ieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al Gip.
Un’indagine nell’indagine, scaturita dagli accertamenti che la Guardia di Finanza e la Questura stavano conducendo nell’ambito di un’inchiesta per auto-riciclaggio a carico di Scaroni, accusato di truffa ai danni dello Stato e falsità in atti per la stipula di una convenzione per l’affidamento, attraverso la Agri Scar ( di cui è amministratore) del servizio di accoglienza dei migranti. Flussi finanziari e fatturazioni (si parla di un milione di euro già finiti su conti all’estero) che non erano parsi limpidi avevano fatto scattare gli accertamenti e Scaroni, tramite Fezzardi, per tenere sotto «controllo» le indagini con «soffiate», dietro compenso, si era rivolto a Stranera, maresciallo aiutante delle Fiamme Gialle. Proprio Stranera aveva cercato di ottenere informazioni dai colleghi incaricati dell’inchiesta. «Sputare sangue per mettere a posto quelle cose lì. Io non voglio più sorprese. Cosa faccio, due (assegni) da tre?». Così Scaroni, nelle intercettazioni ambientali, si era sfogato con Fezzardi che aveva replicato «guarda che gli ho già parlato chiaro».
L’imprenditore si era lamentato per un nuovo controllo di polizia e Finanza di cui non era stato avvertito. Aveva anche sottolineato le difficoltà a trovare il denaro per il «compenso» a Stranera che si era spazientito quando, il 6 luglio scorso, si era incontrato con Fezzardi in una pasticceria di via Eritrea per ricevere l’«onorario» e gli erano stati mostrati (e non consegnati) i due assegni da 3mila euro a testimonianza della bontà delle intenzioni di pagare. Si aspettava contanti e soprattutto i 10 mila euro pattuiti. «Fammi capire questo personaggio, i fatti son due, o è bianco o è nero. Non so nemmeno quando me li porti». La conversazione era stata interrotta dall’arrivo dei colleghi di Stranera e degli uomini della Questura che avevano fermano i due. Stranera era stato sospeso dal servizio e le indagini erano proseguite e culminate con gli arresti eseguiti giovedì nei confronti del trio che fa trasparire «l’insolita pervicacia criminale». Fezzardi, dopo il controllo in pasticceria, non si era più fatto trovare da Scaroni che, quindi, aveva provato a rivolgersi ad un’altra persona con «contatti» in Questura. La custodia in carcere è stata disposta anche per la gravità della vicenda e per il pericolo di recidiva e inquinamento delle prove.
Angelo Scaroni Sputare sangue per mettere a posto quelle cose lì. Io non voglio più sorprese. Cosa faccio, due (assegni) da tre?