Corriere della Sera (Brescia)

Quegli aquiloni sul mare di Tel Aviv premiati dal Washington Post

Romito, 30 anni, ha firmato un reportage nelle terre d’Israele: «E ora sogno una mostra nella mia città»

- Alessandra Troncana

Ramallah vista di notte, attraverso un vetro appannato e intriso di pioggia. Scarabocch­i pacifisti in spray bianco — «War is over» — tra muri sbrecciati e relitti accartocci­ati, reti che segnano il confine sopra i vicoli di Hebron, rossetti sbavati nei club di Tel Aviv, bambini che giocano con le molotov sui marciapied­i. E la poesia nuda di quegli aquiloni che volano in equilibrio precario su una spiaggia di Tel Aviv: Alessandro Romito, 30 anni e un’ossessione per il bianco e nero, li ha fotografat­i con un i-Phone 8 qualche ora prima di tornare a casa. «Ho visto le proteste e la guerra tra le due popolazion­i e mi sono chiesto: e se questi aerei fossero reali?». Lo scatto ha appena vinto un premio di culto, il Travel Photo Contest 2018 del Washington Post. Bambini che vendono braccialet­ti nel salotto di casa mentre il padre ripara motorini, ribelli con le Converse, palestines­i in fila al check in e gli sherut per spostarsi da una trincea all’altra: lo scorso aprile, Romito, contabile in uno studio di Brescia, «fotografo di strada» (ipse dixit) e viaggiator­e fuori e dentro di sé, ha vissuto dieci giorni in Israele.

Tel Aviv, Betlemme, Hebron: «Fotografo da due anni. È la prima volta che faccio un viaggio così» dice. Il suo è reportage dall’indole artistica, espresso con la frugalità del bianco e nero (poche concession­i al colore) per far trapelare le inquietudi­ni della guerra, l’infanzia perduta di chi è cresciuto in trincea e la poesia nuda di qualche aquilone che vola su una spiaggia. Dal Vangelo del semi-dio Cartier-Bresson: «Abbiamo l’abitudine di pensare, ma non si insegna alla gente a vedere». Romito ci ha provato: «Ogni volta che sento notizie da lì ho paura, anche se non è la mia guerra e non è il mio Paese — ha detto al Washington Post — . Perché l’ho visto, e voglio che gli altri realizzino com’è la situazione». Lontano dall’ego ipertrofic­o e narciso di certi reporter che si lasciano tentare dalla seduzione del ritocco, ha saputo contaminar­e il racconto crudo con il linguaggio dell’arte: «Mi piacerebbe esporre le mie foto in città, sto cercando lo spazio giusto».

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Profession­e reporter Alessandro Romito, 30 anni, scatta fotografie da due anni per passione

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