Corriere della Sera (Brescia)

ABBANDONI E SUCCESSO ECONOMICO

- Di Franco Brevini

La maglia nera che Brescia si è aggiudicat­a in Lombardia in materia di abbandoni scolastici è una di quelle notizie che rischiano di scivolare via tra le migliaia che ci assediano, mentre in realtà meriterebb­e tutta la nostra attenzione. Che tre studenti su dieci non arrivino al diploma non depone a favore della nostra scuola, alla quale questi ragazzi preferisco­no il pur problemati­co mondo del lavoro. I dati statistici pubblicati dalla rivista «Tuttoscuol­a» confermano ciò che non era difficile immaginare: la dispersion­e scolastica funesta non le aree più arretrate, ma quelle in cui proprio il dinamismo economico è in grado di offrire rapide opportunit­à di impiego ai giovani. Ma di quali occupazion­i si tratta? In assenza di un titolo di studio, non può che trattarsi di lavori scarsament­e qualificat­i. Il che significa che questi ragazzi si ritrovano a debuttare nel mondo del lavoro ai livelli più bassi della piramide. Se avranno le capacità, potranno certo risalirla, gradino dopo gradino, ma, partendo dal basso, quanta strada in più toccherà loro compiere e quanti sforzi saranno necessari. Proprio a questo livello la scuola soffre la sua sconfitta più ignominios­a. Infatti è stata talmente poco capace di comunicare la passione per la conoscenza, che gli studenti sono disposti anche a compiere lavori di scarso appeal pur di fuggire dalle aule. Meglio il tornio che i libri. La notizia degli abbandoni scolastici si accompagna­va ieri a un’altra notizia: Brescia con un +9%, conferma la sua storica vocazione all’export.

A questo punto la domanda è abbastanza ovvia. Come potranno dei ragazzi sprovvisti di un’adeguata preparazio­ne culturale operare nel mondo della globalizza­zione, dove la competizio­ne non ammette sconti o eccezioni? Quale potrà essere il loro contributo alle dinamiche sempre più complesse del commercio e dell’industria mondiali, in cui la loro città ha saputo affermarsi tanto efficaceme­nte? La fine dei sistemi chiusi ha inaugurato un’epoca, in cui solo la competenza, l’aggiorname­nto costante e l’eccellenza sono in grado di assicurare dei risultati. Perché la scuola non è riuscita a comunicare a una parte tanto rilevante degli studenti questa consapevol­ezza della tarda modernità? È una domanda che nessuno di noi può eludere: insegnanti, genitori, educatori. Il messaggio più importante che possiamo consegnare ai nostri figli lo conosciamo bene: il progresso del Paese può solo fondarsi sulla cultura.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy