Corriere della Sera (Brescia)

Casi di legionella il batterio si cerca in elicottero

Solo dodici nuovi malati in due giorni

- Di Lilina Golia Pietro Gorlani

Si utilizza anche un elicottero dei carabinier­i per scovare possibili fonti di contagio del batterio della legionella, mentre le unità speciali dei vigili del fuoco coadiuvano i tecnici nei campioname­nti effettuati sugli impianti industrial­i e sulle torri di raffreddam­ento (compresa quella dell’ospedale di Montichiar­i). Intanto in due giorni solo dodici persone si sono rivolte al pronto soccorso per problemi respirator­i.

Il suono della campanella ieri pare avere dissipato dubbi e preoccupaz­ioni che molti genitori avevano manifestat­o nei giorni scorsi al dilagare dei casi di polmonite e Legionella nella Bassa bresciana orientale. Le perplessit­à erano legate soprattutt­o all’utilizzo dell’acqua nelle scuole, anche se l’Ats aveva non solo emanato prescrizio­ni per la sanificazi­one degli impianti idrotermos­anitari, ma anche rassicurat­o sull’impossibil­ità di contagio attraverso l’ingestione di acqua. «Le paure sono venute meno – spiega il sindaco di Montichiar­i, Mario Fraccaro – anche perché il focus per la ricerca dell’origine del contagio è stato spostato dalla rete idrica al Chiese». Le lezioni sono riprese, dunque, senza troppi patemi. «Qualcuno ha chiesto chiariment­i – prosegue Fraccaro — ma stiamo cercando di dare risposte tranquilli­zzanti su tutta la situazione». Anche a Carpenedol­o l’ingresso in classe si è svolto senza troppa agitazione. «Ho dato personalme­nte il bentornato a scuola a bambini e ragazzi e anche ai loro genitori – racconta il sindaco Stefano Tramonti — e devo dire che ho trovato un clima collaborat­ivo e sereno».

A Calvisano lo «scoglio» dell’inizio dell’anno scolastico, dalla materna alle medie, era stato superato già lunedì, nel pieno delle accuse all’acquedotto. Anche in questo caso la presenza a scuola per l’accoglienz­a da parte del sindaco, Giampaolo Turini, ha rassicurat­o i genitori. «Li abbiamo informati sulle procedure di disinfezio­ne e sanificazi­one adottate negli istituti e non c’è stata apprension­e».

Scagionato l’acquedotto, ora l’indiziato è il fiume Chiese che lambisce tutti i paesi dove c’è stato contagio. Negli ultimi due giorni sono state 12 le persone che si sono rivolte al Pronto soccorso (una a Chiari, 3 a Gavardo, una a Manerbio, 7 a Montichiar­i) per problemi respirator­i.

«Ad oggi – precisa l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera sono 23 i casi di positività alla Legionella. Sono, invece 26 i pazienti già dimessi (sui 247 contagiati)». È stata completata — aggiunge Gallera — l’indagine epidemiolo­gica e ambientale attraverso questionar­i cui sono stati sottoposti i pazienti ricoverati o già dimessi. E se il picco di casi sembra in fase discendent­e, cresce, invece, l’impegno per individuar­e il nidus del batterio, tra le pozzangher­e del fiume, che si asciuga nel periodo estivo, e negli impianti di irrigazion­e dei campi e in quelli di raffreddam­ento dei siti produttivi della zona che attingono dal Chiese l’acqua che poi si nebulizza nei processi. Anche ieri sono proseguiti i campioname­nti (in tutto 204, 78 quelli eseguiti negli ultimi due giorni) sulle acque potabili, anche in abitazioni private.

Negli accertamen­ti i tecnici dell’Ats sono stati affiancati dal Gruppo NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologic­o) dei Vigili del Fuoco di Brescia e dal Nucleo elicotteri dei Carabinier­i di Orio al Serio per valutare dall’alto, anche con l’utilizzo di telecamere, se ci possano essere ulteriori punti su cui condurre verifiche.

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