Casi di legionella il batterio si cerca in elicottero
Solo dodici nuovi malati in due giorni
Si utilizza anche un elicottero dei carabinieri per scovare possibili fonti di contagio del batterio della legionella, mentre le unità speciali dei vigili del fuoco coadiuvano i tecnici nei campionamenti effettuati sugli impianti industriali e sulle torri di raffreddamento (compresa quella dell’ospedale di Montichiari). Intanto in due giorni solo dodici persone si sono rivolte al pronto soccorso per problemi respiratori.
Il suono della campanella ieri pare avere dissipato dubbi e preoccupazioni che molti genitori avevano manifestato nei giorni scorsi al dilagare dei casi di polmonite e Legionella nella Bassa bresciana orientale. Le perplessità erano legate soprattutto all’utilizzo dell’acqua nelle scuole, anche se l’Ats aveva non solo emanato prescrizioni per la sanificazione degli impianti idrotermosanitari, ma anche rassicurato sull’impossibilità di contagio attraverso l’ingestione di acqua. «Le paure sono venute meno – spiega il sindaco di Montichiari, Mario Fraccaro – anche perché il focus per la ricerca dell’origine del contagio è stato spostato dalla rete idrica al Chiese». Le lezioni sono riprese, dunque, senza troppi patemi. «Qualcuno ha chiesto chiarimenti – prosegue Fraccaro — ma stiamo cercando di dare risposte tranquillizzanti su tutta la situazione». Anche a Carpenedolo l’ingresso in classe si è svolto senza troppa agitazione. «Ho dato personalmente il bentornato a scuola a bambini e ragazzi e anche ai loro genitori – racconta il sindaco Stefano Tramonti — e devo dire che ho trovato un clima collaborativo e sereno».
A Calvisano lo «scoglio» dell’inizio dell’anno scolastico, dalla materna alle medie, era stato superato già lunedì, nel pieno delle accuse all’acquedotto. Anche in questo caso la presenza a scuola per l’accoglienza da parte del sindaco, Giampaolo Turini, ha rassicurato i genitori. «Li abbiamo informati sulle procedure di disinfezione e sanificazione adottate negli istituti e non c’è stata apprensione».
Scagionato l’acquedotto, ora l’indiziato è il fiume Chiese che lambisce tutti i paesi dove c’è stato contagio. Negli ultimi due giorni sono state 12 le persone che si sono rivolte al Pronto soccorso (una a Chiari, 3 a Gavardo, una a Manerbio, 7 a Montichiari) per problemi respiratori.
«Ad oggi – precisa l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera sono 23 i casi di positività alla Legionella. Sono, invece 26 i pazienti già dimessi (sui 247 contagiati)». È stata completata — aggiunge Gallera — l’indagine epidemiologica e ambientale attraverso questionari cui sono stati sottoposti i pazienti ricoverati o già dimessi. E se il picco di casi sembra in fase discendente, cresce, invece, l’impegno per individuare il nidus del batterio, tra le pozzanghere del fiume, che si asciuga nel periodo estivo, e negli impianti di irrigazione dei campi e in quelli di raffreddamento dei siti produttivi della zona che attingono dal Chiese l’acqua che poi si nebulizza nei processi. Anche ieri sono proseguiti i campionamenti (in tutto 204, 78 quelli eseguiti negli ultimi due giorni) sulle acque potabili, anche in abitazioni private.
Negli accertamenti i tecnici dell’Ats sono stati affiancati dal Gruppo NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico) dei Vigili del Fuoco di Brescia e dal Nucleo elicotteri dei Carabinieri di Orio al Serio per valutare dall’alto, anche con l’utilizzo di telecamere, se ci possano essere ulteriori punti su cui condurre verifiche.