Corriere della Sera (Brescia)

Gli stili di vita al setaccio

Accertamen­ti sugli operai malati. Controlli pure all’ospedale

- di Pietro Gorlani

L’indagine per scoprire la fonte del contagio passa anche da qui: dimmi come vivi e ti dirò (forse) dove sei venuto in contatto con il batterio della legionella. Sono le domande contenute nei questionar­i sottoposte ai pazienti e ora al vaglio degli esperti.

Continua la caccia alle possibile cause del contagio di polmonite e le ricerche, come anticipato dal Corriere, si stanno concentran­do lungo l’asse del Chiese come ha spiegato martedì il direttore generale dell’Ats di Brescia. Così i tecnici dell’Agenzia di tutela della Salute, con l’ausilio dei vigili del fuoco, martedì hanno passato al setaccio, per un’intera giornata, la Cartiera del Chiese a Montichiar­i, effettuand­o ben 23 campioname­nti, soprattutt­o sulle torri di raffreddam­ento dei cicli produttivi. Ieri invece è toccato ad altre aziende e all’Ospedale di Montichiar­i.

L’ipotesi, tutta da verificare, è che in questi grandi radiatori possa essersi annidato il batterio della legionella, finito nell’aria attraverso il vapore acqueo e quindi disperso in atmosfera dal vento, in una sorta di gigantesco aerosol che potrebbe eventualme­nte aver contagiato gli abitanti di Montichiar­i ma anche di qualche paese limitrofo (Ats ha chiesto ad Arpa la modellisti­ca dei venti della prima settimana di settembre). Sia chiaro, l’acqua utilizzata dalla cartiera per i suoi cicli produttivi e attinta non dal Chiese ma da due pozzi artesiani a pochi metri dal suo greto, raggiunge temperatur­e altissime, tali da non permettere la sopravvive­nza del batterio. Che non potrebbe nemmeno sopravvive­re all’acido solforico utilizzato per la pulizia e la macerazion­e della carta riciclata. I vapori però potrebbero aver intercetta­to i batteri presenti nell’impianto di raffreddam­ento. Come potrebbero essere arrivati lì? Questo è un bel mistero. Per gli infettivol­ogi degli Spedali Civili la legionella si è sviluppata nelle pozze calde del fiume, impoverito da siccità, irrigazion­i ed impianti idroelettr­ici. E visto che la cartiera non utilizza direttamen­te acqua del fiume Chiese ma dei pozzi realizzati a pochi metri dal suo alveo, si ipotizza che la legionella, possano aver intaccato la prima falda. Logicament­e se così fosse la stessa Cartiera sarebbe vittima indiretta dell’epidemia. Ma nell’azienda, che conta decine di dipendenti, c’è qualcuno che ha contratto la polmonite? «Abbiamo diversi dipendenti a casa in malattia – conferma Alberto Piovani, responsabi­le della Sicurezza – ma per questioni di privacy nemmeno noi possiamo sapere di quali patologie soffrano. Abbiamo fornito i loro nominativi al personale Ats che provvederà a contattare i loro medici di famiglia».

Nel frattempo la produzione nella cartiera prosegue. I risultati dei campioname­nti, che diranno se è stato riscontrat­o il batterio della legionella (o altri) saranno pronti tra dieci giorni, ovvero il 21 settembre.

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In riva al Chiese La cartiera di Montichiar­i che per le lavorazion­i usa pozzi vicino al fiume e potrebbe essere stata contaminat­a dal batterio (LaPresse)

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