Gli stili di vita al setaccio
Accertamenti sugli operai malati. Controlli pure all’ospedale
L’indagine per scoprire la fonte del contagio passa anche da qui: dimmi come vivi e ti dirò (forse) dove sei venuto in contatto con il batterio della legionella. Sono le domande contenute nei questionari sottoposte ai pazienti e ora al vaglio degli esperti.
Continua la caccia alle possibile cause del contagio di polmonite e le ricerche, come anticipato dal Corriere, si stanno concentrando lungo l’asse del Chiese come ha spiegato martedì il direttore generale dell’Ats di Brescia. Così i tecnici dell’Agenzia di tutela della Salute, con l’ausilio dei vigili del fuoco, martedì hanno passato al setaccio, per un’intera giornata, la Cartiera del Chiese a Montichiari, effettuando ben 23 campionamenti, soprattutto sulle torri di raffreddamento dei cicli produttivi. Ieri invece è toccato ad altre aziende e all’Ospedale di Montichiari.
L’ipotesi, tutta da verificare, è che in questi grandi radiatori possa essersi annidato il batterio della legionella, finito nell’aria attraverso il vapore acqueo e quindi disperso in atmosfera dal vento, in una sorta di gigantesco aerosol che potrebbe eventualmente aver contagiato gli abitanti di Montichiari ma anche di qualche paese limitrofo (Ats ha chiesto ad Arpa la modellistica dei venti della prima settimana di settembre). Sia chiaro, l’acqua utilizzata dalla cartiera per i suoi cicli produttivi e attinta non dal Chiese ma da due pozzi artesiani a pochi metri dal suo greto, raggiunge temperature altissime, tali da non permettere la sopravvivenza del batterio. Che non potrebbe nemmeno sopravvivere all’acido solforico utilizzato per la pulizia e la macerazione della carta riciclata. I vapori però potrebbero aver intercettato i batteri presenti nell’impianto di raffreddamento. Come potrebbero essere arrivati lì? Questo è un bel mistero. Per gli infettivologi degli Spedali Civili la legionella si è sviluppata nelle pozze calde del fiume, impoverito da siccità, irrigazioni ed impianti idroelettrici. E visto che la cartiera non utilizza direttamente acqua del fiume Chiese ma dei pozzi realizzati a pochi metri dal suo alveo, si ipotizza che la legionella, possano aver intaccato la prima falda. Logicamente se così fosse la stessa Cartiera sarebbe vittima indiretta dell’epidemia. Ma nell’azienda, che conta decine di dipendenti, c’è qualcuno che ha contratto la polmonite? «Abbiamo diversi dipendenti a casa in malattia – conferma Alberto Piovani, responsabile della Sicurezza – ma per questioni di privacy nemmeno noi possiamo sapere di quali patologie soffrano. Abbiamo fornito i loro nominativi al personale Ats che provvederà a contattare i loro medici di famiglia».
Nel frattempo la produzione nella cartiera prosegue. I risultati dei campionamenti, che diranno se è stato riscontrato il batterio della legionella (o altri) saranno pronti tra dieci giorni, ovvero il 21 settembre.