Primo giorno di scuola Esclusi 13 bimbi no vax
Le cattedre scoperte sono meno di mille. Reggenti un terzo dei presidi
Astuccio, quaderni, penne e certificato delle vaccinazioni. È ancora il tema dei vaccini a tenere banco il primo giorno di scuola. In città 13 bambini sono stati esclusi dalle scuole dell’infanzia comunali perché non in regola con i dieci vaccini obbligatori. Per quanto riguarda le cattedre Brescia si considera messa bene: sono scoperte solo mille, ma è questione di pochi giorni perché gli organici siano completi.
Centottantasette mila studenti, 14 mila docenti solo nelle statali, circa quattromila impiegati amministrativi. Numeri imponenti quelli diffusi ieri dal provveditorato regionale, praticamente poco meno di un residente su cinque della provincia ieri ha vissuto il cambio di stagione e l’inizio vero del nuovo anno (scolastico).
Molti di più, ovviamente, se si considerano i genitori (o i nonni accompagnatori) coinvolti, o lo stesso sistema di trasporto pubblico urbano e provinciale che ogni anno cambia orari in corrispondenza del primo giorno di scuola. Fine del letargo, insomma, e cancelli aperti. Gli alunni con cittadinanza non italiana sono circa 30mila, un dato oramai consolidato in termini di incidenza percentuale, che preoccupa e fa discutere meno che non in passato. Il tema oggi è quello delle vaccinazioni: i cosiddetti inadempienti sono sempre meno dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale, ma col nuovo governo l’obbligo potrebbe diventare facoltativo. Insomma, un pasticcio, tra vecchie regole ancora in vigore, annunci, commi di modifica e Milleproroghe all’orizzonte. Il risultato è che in città alcuni bimbi, 13 pare, sono stati esclusi dalle scuole dell’infanzia comunali. Lunedì i genitori hanno chiesto un incontro ai dirigenti del Comune, ottenuto con difficoltà, e nessuna promessa.
«Ci hanno chiesto una documentazione non prevista dalla legge», dicono i genitori interessati promettendo che «non finirà qui». In attesa, soprattutto, di nuovi interventi legislativi più favorevoli ai genitori «free vax».
Al momento, solo in città, sembra che siano poco meno di un centinaio i genitori che debbano fare ancora qualche integrazione alla documentazione consegnata. Ieri, piccola curiosità, sono stati anche diffusi i dati definitivi sui diplomati di luglio. Per il resto la macchina è oliata. Le cattedre scoperte sono poco meno di un migliaio (causa graduatorie vuote) ma ci sono le coperture dell’organico potenziato e tutto dovrebbe risolversi entro una settimana.
Quasi un terzo dei dirigenti è invece costretto alla reggenza in un’altra scuola e si dovrà aspettare il prossimo anno per la conclusione del concorso dedicato agli aspiranti preside. Ieri sono stati anche diffusi i dati sui diplomati bresciani di luglio, il 99% del totale degli ammessi. Ebbene, chi è passato con un sessanta striminzito è stato l’8% degli 8.337 diplomati. Tra il 61 e l’80 si è concentrata quasi la metà dei diplomati, poi la faccenda si è fatta via via più complicata. I cento sono stati 318, meno di uno su cento, le lodi cinquanta (lo 0,6% del totale), delle quali 32 nei licei, 15 nei tecnici e 3 nei professionali.
Per quanto riguarda gli iscritti alle superiori, Brescia conferma la sua vocazione tecnica e professionale, in controtendenza rispetto al resto d’Italia. Gli iscritti ai licei sono il 37,5%, quelli ai tecnici il 41,8%, quelli ai professionali il 20,7%. I licei crescono, ma restano minoritari, a conferma indiretta di una vocazione produttiva che permane nel tempo anche nelle scelte di studio.
A titolo di confronto, in Lombardia gli iscritti ai licei sono oltre 47%, dieci punti percentuali in più che non a Brescia.