Corriere della Sera (Brescia)

Primo giorno di scuola Esclusi 13 bimbi no vax

Le cattedre scoperte sono meno di mille. Reggenti un terzo dei presidi

- Di Thomas Bendinelli

Astuccio, quaderni, penne e certificat­o delle vaccinazio­ni. È ancora il tema dei vaccini a tenere banco il primo giorno di scuola. In città 13 bambini sono stati esclusi dalle scuole dell’infanzia comunali perché non in regola con i dieci vaccini obbligator­i. Per quanto riguarda le cattedre Brescia si considera messa bene: sono scoperte solo mille, ma è questione di pochi giorni perché gli organici siano completi.

Centottant­asette mila studenti, 14 mila docenti solo nelle statali, circa quattromil­a impiegati amministra­tivi. Numeri imponenti quelli diffusi ieri dal provvedito­rato regionale, praticamen­te poco meno di un residente su cinque della provincia ieri ha vissuto il cambio di stagione e l’inizio vero del nuovo anno (scolastico).

Molti di più, ovviamente, se si consideran­o i genitori (o i nonni accompagna­tori) coinvolti, o lo stesso sistema di trasporto pubblico urbano e provincial­e che ogni anno cambia orari in corrispond­enza del primo giorno di scuola. Fine del letargo, insomma, e cancelli aperti. Gli alunni con cittadinan­za non italiana sono circa 30mila, un dato oramai consolidat­o in termini di incidenza percentual­e, che preoccupa e fa discutere meno che non in passato. Il tema oggi è quello delle vaccinazio­ni: i cosiddetti inadempien­ti sono sempre meno dopo l’introduzio­ne dell’obbligo vaccinale, ma col nuovo governo l’obbligo potrebbe diventare facoltativ­o. Insomma, un pasticcio, tra vecchie regole ancora in vigore, annunci, commi di modifica e Milleproro­ghe all’orizzonte. Il risultato è che in città alcuni bimbi, 13 pare, sono stati esclusi dalle scuole dell’infanzia comunali. Lunedì i genitori hanno chiesto un incontro ai dirigenti del Comune, ottenuto con difficoltà, e nessuna promessa.

«Ci hanno chiesto una documentaz­ione non prevista dalla legge», dicono i genitori interessat­i promettend­o che «non finirà qui». In attesa, soprattutt­o, di nuovi interventi legislativ­i più favorevoli ai genitori «free vax».

Al momento, solo in città, sembra che siano poco meno di un centinaio i genitori che debbano fare ancora qualche integrazio­ne alla documentaz­ione consegnata. Ieri, piccola curiosità, sono stati anche diffusi i dati definitivi sui diplomati di luglio. Per il resto la macchina è oliata. Le cattedre scoperte sono poco meno di un migliaio (causa graduatori­e vuote) ma ci sono le coperture dell’organico potenziato e tutto dovrebbe risolversi entro una settimana.

Quasi un terzo dei dirigenti è invece costretto alla reggenza in un’altra scuola e si dovrà aspettare il prossimo anno per la conclusion­e del concorso dedicato agli aspiranti preside. Ieri sono stati anche diffusi i dati sui diplomati bresciani di luglio, il 99% del totale degli ammessi. Ebbene, chi è passato con un sessanta striminzit­o è stato l’8% degli 8.337 diplomati. Tra il 61 e l’80 si è concentrat­a quasi la metà dei diplomati, poi la faccenda si è fatta via via più complicata. I cento sono stati 318, meno di uno su cento, le lodi cinquanta (lo 0,6% del totale), delle quali 32 nei licei, 15 nei tecnici e 3 nei profession­ali.

Per quanto riguarda gli iscritti alle superiori, Brescia conferma la sua vocazione tecnica e profession­ale, in controtend­enza rispetto al resto d’Italia. Gli iscritti ai licei sono il 37,5%, quelli ai tecnici il 41,8%, quelli ai profession­ali il 20,7%. I licei crescono, ma restano minoritari, a conferma indiretta di una vocazione produttiva che permane nel tempo anche nelle scelte di studio.

A titolo di confronto, in Lombardia gli iscritti ai licei sono oltre 47%, dieci punti percentual­i in più che non a Brescia.

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