Lavoro, casa e vita sociale: l’interrogatorio
Che luoghi frequenta? Che terapie ha fatto recentemente? Che mezzi di trasporto usa? Domande in apparenza scollegate tra loro, ma che si legano ad un unico obiettivo: capire l’origine dell’epidemia che ha messo alla prova la Bassa bresciana orientale e che verrà ricordata come la prima grande epidemia di polmonite da legionella mai registrata in Italia. Gli investigatori dell’Ats, riuniti in una equipe presieduta dal direttore generale Carmelo Scarcella, hanno iniziato ieri ad incrociare i questionari raccolti negli ospedali bresciani dove sono ricoverati una parte degli oltre duecento malati, una ventina dei quali positivi alla legionella. Un primo piccolo gruppo di questionari (quelli raccolti negli ospedali del Mantovano) non hanno evidenziato alcun denominatore comune fra le persone infettate. Gli assistenti sanitari hanno chiesto ai pazienti e ai loro famigliari le cure fatte, i ricoveri precedenti, ma anche con quale mezzo vanno al lavoro, cosa incontrano sul percorso verso casa, se fanno la doccia in azienda, se l’ufficio è climatizzato o se la fabbrica ha una torre di raffreddamento. Le tre pagine di domande comprendono anche una dettagliata descrizione della casa, delle fonti di approvvigionamento idrico, se è vicino ad aziende. Oltre ad una dettagliata disanima delle abitudini sociali con l’elenco dettagliato (chiedono anche l’indirizzo) dei luoghi frequentati nei 10 giorni precedenti ai sintomi (il periodo di incubazione), vacanze comprese. (m.tor.)