Corriere della Sera (Brescia)

Da oggi la nuova vita di Carnevali Sandro Chen: «Darò continuità al marchio storico dei bresciani»

- Manuel Bonomo

Sono già due mesi che le sedi di Brescia e Lonato (Erbusco si aggiungerà in autunno) hanno riaperto i battenti, ma Carnevali risorgerà ufficialme­nte solo da questo pomeriggio alle 16.30, nella grande sede di via Cefalonia a Brescia. Così ha deciso Sandro Chen Wen Xu, amministra­tore delegato di Aumai e unico azionista -assieme alla mogliedell­a neonata Carnevali s.p.a.

Signor Chen, due mesi di rodaggio in sordina e ora il battesimo ufficiale…

«Quando si riparte da un fallimento ci vuole del tempo: due mesi sono stati sufficient­i e ora siamo pronti a presentarc­i ai bresciani come si deve».

Cos’è per lei il nuovo Carnevali?

«Sono a Brescia da 25 anni e conosco bene Carnevali (ero un buon cliente). I bresciani sono da sempre legati a questo negozio, al suo stile e ai marchi che propone: sono qua per dare continuità e per salvare ciò che sembrava perduto, non per tenere un nome e cambiare tutto il resto».

Il suo obiettivo sarebbe quindi quello di salvare? Difficile pensare che lei non abbia fiutato l’affare (Aumai è una catena di quasi 40 megastore, a cui si aggiungono la piattaform­a per il commercio on-line Itaoly e, dal 2016, il complesso Cina Mercato ad Agrate Brianza).

«Effettivam­ente di negozi ne so qualcosa… (ride). È bastata una lettura dei bilanci 2016 e 2017 per valutare costi e ricavi, capire che la cosa poteva funzionare».

Tutto come prima, dunque?

«Riguardo ai marchi in vendita, sono pressoché gli stessi, magari solo ridotti nel numero. Abbiamo però rinnovato i locali e reso il tutto più bello, ma soprattutt­o vogliamo puntare sulla clientela giovane e non solo sui papà e le mamme». Stessi abiti stessi prezzi? O sarà un Carnevali low cost? «(Altra risata) L’eleganza e la finezza hanno un prezzo: non ci si scappa».

In ogni caso, solo abbigliame­nto.

«Diciamo di sì...»

Pare non sia convinto...

«Il primo e il secondo livello sono dedicati all’abbigliame­nto, mentre il terzo livello per ora è chiuso: credo proprio che presto lo adibiremo alla vendita di articoli per la casa».

In quanto al personale, come vi siete comportati?

«Per il 40% abbiamo tenuto i commessi che lavoravano prima. Hanno molta esperienza e i clienti sono affezionat­i a loro. Gli altri commessi li abbiamo trovati facendo delle selezioni».

Italiani o cinesi?

«Le selezioni si fanno in base alle competenze e non in base alla nazionalit­à! Per ora, le selezioni le hanno passate gli italiani. Più avanti, arriverann­o anche i cinesi. In tutto, tra Brescia e Lonato, abbiamo assunto 45 persone. Per Erbusco, ne abbiamo già selezionat­e 16».

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Al viaDue mesi di rodaggio è oggi è il giorno della ripresa ufficiale dopo il fallimento e l’acquisto da parte dell’imprendito­re cinese (LaPresse)

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