«Parcheggi dimezzati e minore sicurezza» La prima pista ciclabile fa litigare Varese
Il Comune: è una battaglia culturale sulla mobilità
VARESE È la prima, vera, pista ciclabile di Varese. E segue due obiettivi: collegare alcuni punti nevralgici della città (questura e stazioni), ma anche legare le zone centrali al lago, per sviluppare il cicloturismo. I lavori del tratto cittadino sono oramai ultimati e si attende a giorni il collaudo. Ma come tutte le novità che arrivano al momento del grande rientro di settembre fioriscono le polemiche in una città capoluogo prealpino per eccellenza, 380 metri sul livello del mare, non proprio pianura e con forti salite, sebbene l’ultimo tratto, quello che porta verso il centro, abbia una pendenza di appena il 2%, dicono dall’ufficio tecnico.
Se poi, per far passare le bici vengono tolti oltre cinquanta parcheggi nel cuore del quartiere scolastico, allora l’argomento spopola nei bar e sui social, con utenti della rete che postano video di prova sul percorso e i commercianti del quartiere di Casbeno, tagliato in due, che promettono battaglia. «Sabato faremo una conferenza stampa per annunciare le nostre richieste all’amministrazione che ha privato i nostri clienti dei parcheggi», spiega la portavoce degli esercenti (in tutto una ventina), titolare di un’erboristeria: dalla porta d’ingresso guarda sconsolata la nuova pista che si è già mangiata lo stallo di carico-scarico della merce.
Ieri mattina il traffico del primo giorno di scuola è filato liscio, solo qualche coda. L’attenzione per questo banco di prova era alta perché attorno al tratto incriminato, la via XXV Aprile, ogni giorno si muovono 8 mila studenti, fra scuole medie e diversi istituti superiori. In compenso sono apparsi alcuni cartelli con stampata la faccia del sindaco Davide Galimberti — Partito Democratico — e dell’assessore ai Lavori pubblici Andrea Civati che attaccano l’amministrazione: «Meno sicurezza, più disagi, grazie Pd».
A smorzare i toni è proprio l’assessore Civati: «Il progetto della ciclabile venne predisposto dalla precedente amministrazione guidata dal sindaco leghista Attilio Fontana, progetto che abbiamo deciso di completare. La Regione ci ha assicurato il sostegno economico per 840 mila euro sul totale di 1,2 milioni di spesa ed ha insistito per rendere più sicuro il percorso, proprio nel tratto di fronte alle scuole, imponendoci di posizionare i cordoli salva-ciclisti. La nostra è una battaglia culturale sulla mobilità sostenibile che intendiamo portare avanti».
L’assessore non lo dice, ma l’idea di far arrivare gli studenti a scuola dopo una breve passeggiata, lontano dai suv con le quattro frecce lasciati a bordo strada potrebbe essere un passo in avanti verso quella rivoluzione dei parcheggi cominciata l’anno scorso con l’obiettivo di limitare l’ingresso delle auto in città.
Per questo il Comune, alla vigilia della riapertura delle scuole ha diffuso un vademecum per indicare ai genitori alcune «aree di cortesia» nelle vie laterali per poter accostare dalle 7 alle 8 e dalle 13 alle 14.30.
L’intero percorso si sviluppa su 9 chilometri e mezzo e parte dalle due stazioni cittadine, passa per il centro storico e superato il tratto nel quartiere scolastico si immette in un dedalo di vie secondarie e panoramiche che porta al quartiere di Capolago, punto di raccordo che collega il tracciato alla ciclabile del lago di Varese, 28 chilometri, frequentatissima dagli amanti dello sport all’aria aperta anche d’inverno.
Ma i ciclisti varesini come la pensano? «Iniziativa da applaudire. Speriamo serva a far scoprire ai nostri concittadini che la bicicletta funziona: non solo per lo sport o lo svago, ma anche per andare a far la spesa, per andare a lavorare, a scuola, al cinema, al bar o in palestra», commenta Leonardo Savelli Presidente di Fiab – Ciclocittà.