Corriere della Sera (Brescia)

Alle radici del fenomeno De Zerbi

Gli amici storici e il fratello raccontano il lato nascosto di «Roby»

- Di Davide Zanelli a pagina

All’oratorio di Mompiano è sopravviss­uta una solo foto. Campo polveroso, divise da gioco di due taglie superiori e una squadra sorridente: in basso a destra, c’è Roberto De Zerbi, che in quell’oratorio è cresciuto come bambino prima che come calciatore. È una delle immagini del famoso calcio che, secondo molti, non esiste più: un ambiente più semplice e genuino.

Domenica pomeriggio quel bambino, che ormai ha 39 anni, affronta la Juventus dei marziani con il suo Sassuolo secondo in classifica. In sede, all’Uso Mompiano, c’è anche una copia del contratto che testimonia il suo trasferime­nto al Lumezzane. De Zerbi è stato un numero 10 purissimo, di classe e fantasia. Suo figlio, proprio come lui, gioca sul campo di Mompiano, ora sintetico e non più ricoperto di sabbia.

Nella ricerca degli scatti perduti, ne emerge uno del 1986. Il padre di Roberto aveva fatto da sponsor a una squadra per il Torneo di Caino e nella foto ci sono anche «Roby» e Rocco, suo fratello.

Ora Rocco gestisce un bar in via Triumplina. Stesso taglio di capelli, stesso viso, stesso taglio della bocca: se non fosse per il grembiule, potrebbe essere lui il fantasista amato dai tifosi bresciani nonostante abbia vestito solo per mesi la maglia delle Rondinelle. «Noi siamo tifosi da sempre, l’amore per Brescia ha segnato la carriera di Roberto» spiega il fratello. Su una parete del locale, le maglie di Baggio, Ronaldinho, Kaká e Rooney si confondono con quelle di De Zerbi. Rocco, grazie alla madre, riesce a recuperare un piccolo album di fotografie di Roberto, quasi tutte in maglia Milan. Perché è in rossonero, all’ombra di Baggio e Savicevic, che è sbocciato il talento di Roberto, che poi ha vissuto la carriera di un fantasista di provincia con picchi a Foggia, Catania e Napoli.

Appesi gli scarpini al chiodo e con idee da grande tecnico nella testa, ha trovato sulla propria strada Gianpietro Binetti, tecnico di Prima Categoria bresciana. I due sono stati vicini di banco al corso Uefa B e accortisi di avere la stessa visione del Gioco, sono diventati amici.

Nell’estate 2013, Binetti chiama il collega: “Ti va di fare un paio di allenament­i con me alla Rigamonti (ACD Mario Rigamonti, ndr)?”. Roberto accetta. “Roby viene volentieri al primo allenament­o, mi segue con attenzione, ma poi in campo non proferisce parola - spiega Gianpietro -. Terminata la seduta, mi chiama”.

“Bino, ma io quanta pappa devo mangiare per avere un atteggiame­nto come il tuo?”. Con un condimento di compliment­i, questo è il succo della telefonata di De Zerbi.

«All’allenament­o successivo, gli spiego l’esercizio che ho in mente, poi m’invento una scusa e gli chiedo di farlo svolgere ai ragazzi. Insisto parecchio, perché lui non vuole. Ma poi inizia con una personalit­à, una voglia e una passione incredibil­i». A fine agosto, Binetti viene operato d’urgenza e chiede a De Zerbi di andare a Pinzolo in ritiro con la sua squadra: «Ha allenato quei ragazzi come se fossero giocatori del Barcellona — sorride Binetti —. È un logorroico come me, parla solo di calcio. Ogni giorno mi chiamava per spiegarmi gli esercizi, due volte a settimana veniva a casa mia per parlarne. Ha testato se stesso e, nonostante mi abbia fatto un grande piacere personale, credo di essere stato io indirettam­ente a fargli un favore». A quel punto, De Zerbi è lanciato. E poco importa se il suo Darfo Boario retrocede. «Con questo atteggiame­nto, se ti arriva l’occasione giusta, tu arrivi in Serie A», gli dice Binetti dopo aver seguito un suo allenament­o in Serie D. Roberto ride, ma tre anni più tardi è nella massima categoria e, dopo aver stupito tutti col suo Foggia, allena il Palermo. Ora il suo Sassuolo, da secondo in classifica, va allo Stadium. Forse andrà male, ma Binetti azzarda un’altra previsione: «Ha 39 anni. Secondo me, entro i 45 sarà uno dei migliori tecnici in Serie A».

 Binetti L’amore per il Brescia ha segnato la sua carriera. Dategli tempo: diventerà uno dei tecnici migliori

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Ricordi De Zerbi (in basso a destra) con la squadra e in campo

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