Paolo VI, una vita raccontata per immagini
Ventiquattro per ventotto, centimetri intendo. Sono la misura dei libri di grande formato, da sfogliare prima che da leggere. Appoggiati sul tavolo, come un oggetto di arredo, ma qualche volta lì collocati affinché diventino familiari, guardati quando capita o quando abbiamo il bisogno di una memoria, di un ricordo, di un ripasso, di un approfondimento. È stampato in questo formato, in lastre di un bianco e nero affascinante, questo ultimo volume su papa Montini che ci accompagna alla cerimonia solenne di proclamazione della sua santità il prossimo 14 ottobre.
Il titolo del libro dice il senso dell’opera: «Paolo VI, autobiografia per immagini», Morcelliana editrice.
La foto di copertina è una elegante, raffinata immagine di David Seymour. Fotografa mons. Montini nella sala dei mappamondi in Vaticano nel 1949. È una fotografia iconica, la consapevolezza non dissimulata di una storia, quella già scritta e quella ancora da scrivere. La bellezza estetica della foto esalta la figura ieratica, la sacerdotale gravità, di un uomo che pensa, che sa di essere destinato ad un ruolo altissimo e di altissima solitudine.
Quella è la sola immagine simbolica. Tutto il resto del volume, decine di foto divise nei capitoli essenziali della vita di Papa Montini, l’infanzia, gli studi, il periodo romano, la Chiesa ambrosiana, il Papato sono scatti occasionali, momenti di vita rapiti da una istantanea.
È una amplissima documentazione che ci aiuta ad entrare in familiarità, in complicità con la vita del Papa, ce ne restituisce l’immensa umanità, dai bellissimi ricordi dell’infanzia ai grandi incontri con i grandi della terra, alle panoramiche dei suoi viaggi, i primi nella storia della Chiesa Romana. Molti, moltissimi sono materiali inediti, usciti per la prima volta dagli album delle famiglie Montini, grazie in particolare al lavoro della nipote Chiara che con Massimo Tedeschi e Marco Roncalli firma una introduzione che evita il tono dell’elegia ma si nutre di una sintesi essenziale della complessa storia di una delle figure che hanno segnato il Novecento nel mondo, accompagnando la cronologia degli eventi con indizi di giudizio sulla grandezza del suo apostolato.
Ogni foto è commentata dalle parole del Papa tratte da discorsi, documenti, lettere, libri. Con la riproduzione di alcuni manoscritti, le parole contribuiscono a dare un senso, a leggerne il valore documentario, a dare forza non solo all’immagine ma alla storia che documenta.
E soprattutto, le brevi didascalie sono un breviario che dice la profondità di una fede ricevuta in abbondanza, la leggerezza della Croce, i principi (la teologia) del rapporto con Dio, la ragione, la volontà, la Grazia. Ed anche la sofferenza del Giusto, il passaggio della Luce attraverso la croce, per Montini la sola via di salvezza se si vuole conservare la libertà.
Fra le tante foto, ve ne è una che andrebbe ingrandita a parete in una delle stanze dell’istituto Paolo VI o dell’Oratorio della Pace. È un abbraccio di fine anni sessanta fra Papa Montini e il suo confessore e amico di sempre Paolo Caresana, filippino della Pace. Moltissime immagini ritraggono Paolo VI che sorride. Ma qui, in questo scatto il sorriso del Papa è appagante, rilassato, in un abbraccio che pare depositare nelle fibre di padre Caresana tutti i pesi, e gli affanni, e le fatiche di un Pontificato. E il padre filippino li accoglie con il volto trasparente e sorridente di un padre, in una composizione che esprime un gesto di immensa amicizia, la quale è al fondo un sentimento di quiete, di pace, un sospiro consolante, liberatorio.
Infine una annotazione che ci accompagna verso il 14 ottobre. Vi è una sorta di incomprensione che andrebbe adesso colmata. E che questo volume ci aiuta a colmare. Ed è quella sorta di distanza che i bresciani hanno nutrito verso il suo ricordo. La sua casa, la sua memoria non è diventata l’approdo di pellegrinaggi popolari, di orgoglio collettivo. Queste foto dimostrano, ancora una volta, l’attaccamento di Montini alla sua terra, ai luoghi bresciani della sua giovinezza e della sua formazione e della sua vocazione. Ma il popolo bresciano ha sempre considerato la sua figura troppo intellettuale, troppo problematica, troppo carica di pensieri, poco spendibile in facili etichette di fede sempliciotta. Non hanno mai sottolineato che quelle virtù, la fede adulta, i pensieri solidi, la sobrietà della vita, l’altezza della sua cultura teologica sono virtù della nostra terra. Le stesse che hanno portato Papa Montini alla santità. E che i bresciani dovrebbero assumere con orgogliosa consapevolezza.
Senza consentire che la figura di Papa Paolo VI possa essere confinata, e il suo pensiero sequestrato nelle stanze silenti della storia e non, come deve essere, affidate alla coscienza collettiva, alla fede popolare e quotidiana della propria terra.
Istantanee e parole Il libro unisce foto private dei Montini e altre istituzionali con frasi del pontefice