Il ruggito del «Palaleonessa»
Del Bono: «Edificio rigenerato, recuperando l’energia del suo passato. Un riscatto per la città»
Dopo 27 anni è tornato a nuova vita il PalaEib. Da 17 mesi migliaia di bresciani, transitando lungo la tangenziale, hanno potuto notare la trasformazione cromatica dell’edificio «rigenerato» salvando e svelando la rete di 256 funi d’acciaio che reggevano la copertura. Qui tornerà a giocare il basket Brescia dopo due anni d’esilio a Montichiari (ma a novembre ci giocherà anche la Nazionale). Qui si organizzeranno concerti ed eventi. Un’opera costata quasi 10 milioni di euro, tre quarti dei quali pagati dall’Immobiliare Fiera, che doveva al Comune vecchi oneri di urbanizzazione ed ha onorato il suo debito ristrutturando l’edificio da 5200 posti e dall’estetica accattivante. «Quando si recupera un edificio come questo si recupera anche tutta l’energia del suo passato, degli sportivi e dei tifosi che oggi non ci sono più» ha detto il sindaco Emilio Del Bono, ricordando come il Palaloenessa sia simbolo di «riscatto di un’intera città».
L’equinozio di domani segna formalmente il passaggio all’autunno. Ma ieri sera nel Palaleonessa c’era l’aria di una nuova primavera per lo sport bresciano. La «riconsegna alla città» del palazzetto, dopo 27 anni d’attesa, ne giustifica la carica simbolica. Ha ragione il sindaco Del Bono: quando si recupera un edificio come questo si recupera anche «tutta l’energia del suo passato», anche degli sportivi e dei tifosi che oggi non ci sono più. Il recupero del PalaEib non è solo potente segno urbano («sembra un’astronave calata sulla città» dice il sindaco) ma concretizza le coordinate chiave dell’amministrazione: «Si devono recuperare gli edifici senza consumare nuovo suolo agricolo» ricordano all’unisono Del Bono ed il suo assessore all’Urbanistica, Michela Tiboni.
Il vecchio PalaEib fu progettato nel 1963 dall’ingegner Franco Cremaschini e della sua rinascita si era iniziato a parlare già con l’amministrazione Paroli. Un percorso burocraticamente non facile, che si è concretizzato in meno di 4 anni dalla vittoria (dicembre 2014) della proposta del compianto ingegner Eliseo Papa, in cordata con Coghi di Roverbella. Il suo disegno ha mantenuto la vecchia struttura (che altri progettisti volevano abbattere) avvolgendola in una sorta di «canestro rovesciato», mettendo in risalto la teoria di 256 funi d’acciaio che internamente reggono la copertura.«Ha progettato una cosa straordinaria. Ovunque tu sia complimenti, papà» ha detto ieri sera sua figlia Federica.
Certo, la strada è stata ardua e costellata d’intoppi. Ricordiamo i principali. La prima grana arrivò all’indomani dell’aggiudicazione del progetto, quando la ditta arrivata seconda (Unieco) fece ricorso al tribunale civile (il respingimento arrivò il 28 maggio 2015). Poi arrivarono i problemi finanziari di Immobiliare Fiera, che doveva alla Loggia ancora 7,5 milioni di oneri di urbanizzazione, per rotonde e controstrade (poi mai fatte) da realizzare nei pressi del padiglione fieristico. Il nodo venne superato grazie ad una corposa ricapitalizzazione guidata dalla Camera di Commercio (7,5 milioni). E ieri i presidenti dei due enti (rispettivamente Enrico Frigerio e Giuseppe Ambrosi) hanno ricordato come la soddisfazione oggi sia direttamente proporzionale alle difficoltà incontrate. Una spinta importante all’inizio dei cantieri arrivò anche dai successi sportivi del basket Brescia, che il 24 giugno 2016 ha conquista la storica promozione in serie A1 e ha bisogno di un palazzetto da almeno 3500 posti: il San Filippo non basta più e quindi deve emigrare a Montichiari. Il Comune rivede un’altra volta la convenzione con la Fiera e riconosce in 1,4 milioni il valore del PalaEib, aspetto che scatena anche un esposto alla Corte dei Conti (che per ora non ha portato a nulla). Finalmente nel marzo 2017 aprono i cantieri. Dovevano durare 340
giorni. Anche qui gli imprevisti non sono mancati, a partire dalla morte dell’ingegner Papa. Nel frattempo la Loggia (che ha contribuito con 770mila euro alla realizzazione del palazzetto) ha aggiunto altri 650 mila euro per l’allestimento dell’infrastruttura (tabelloni, spogliatoi) data in gestione alla San Filippo; poi altri 390 mila euro per migliorare il rinforzo della copertura, il sistema di riscaldamento e quello di videosorveglianza. Ma la fine dei lavori, posticipata in un primo momento al 16 giugno, subisce un’altra battuta d’arresto in estate per via del sistema antisismico: quello progettato andava validato dal ministero e così ad inizio agosto si è provvede ad un repentino cambio di tecnologia. Negli ultimi 4 giorni si sono susseguite a velocità siderale — considerando i tempi della burocrazia italiana — i collaudi statici e l’ok della Commissione pubblico spettacolo (manca l’ok al collaudo tecnico-amministrativo). È arrivato sul filo di lana (l’altro ieri) il cambio di parquet (quello inizialmente posizionato era troppo duro). E solo ad inizio settembre Pro Brixia ha trovato un accordo con Brescia Mobilità che gestirà i parcheggi (400 posti davanti al Palaleonessa costeranno 7 euro, i 1200 in via Caprera 4 euro). Nei giorni delle partite però il Comune ha previsto un bus navetta ogni 10 minuti (dalle 17 alle 22.30) con partenza da via Sostegno (stazione Fs) e fermate in via Zara e via Orzinuovi (davanti alla Mediaworld): è gratis per chi ha un biglietto del metrò altrimenti i tifosi con 20 euro possono acquistare una card da 55 corse (compresi i viaggi in metrò e bus). Ora manca solo la sistemazione dell’area esterna che costerà alla Loggia altri 300mila euro: servono marciapiedi e corridoi d’accesso colorati e differenziati per le tifoserie di ospiti e locali (come richiesto dalla Lega Basket) e la separazione netta con il vicino padiglione fieristico. «Entro Natale sarà tutto pronto» assicura Del Bono. E ieri mattina è arrivata la firma davanti al notaio Camilla Barzellotti con cui Immobiliare Fiera cede il Palaleonessa al Comune. Benvenuta primavera. Pardon, autunno.