Fondi statali: l’Università si salva dai tagli
Finanziamenti per 63,8 milioni in aumento dello 0,47% sull’anno scorso
La Statale di Brescia si salva dall’effetto perequativo che colpisce gli atenei più piccoli e conferma la somma del fondo di finanziamento ordinario nel 2018: arriveranno 63,8 milioni di euro, in aumento dello 0,47% sull’anno scorso.
La Statale di Brescia si salva dall’effetto perequativo e conferma la somma del fondo di finanziamento ordinario nel 2018. Dopo anni di crescita della quota premiale (legata anche alle performance in ricerca e didattica) del fondo, che tendenzialmente aveva convogliato risorse in misura maggiore verso le università del Nord o quelle di maggiori dimensioni, il Governo ha infatti invertito la rotta consentendo a molte università penalizzate negli ultimi anni di tirare un po’ il fiato dopo anni di svuotamento delle casse.
Per farlo il ministero guidato da Marco Bussetti (tecnico in quota Lega) attraverso due decreti che hanno ridisegnato il costo standard (criterio introdotto nel 2014, in sostituzione della spesa storica) tenendo conto anche di accessi col trasporto pubblico agli atenei, reddito medio familiare e via dicendo. Il risultato, voluto, è che alcune università di grandi dimensioni hanno avuto meno risorse, dal Politecnico di Milano (-0,94%) alla Sapienza di Roma (-1,23%) fino a Messina (-1,35%). Al contrario diverse università del Sud ma non solo — soprattutto di minori dimensioni — ne sono risultate avvantaggiate. Tra queste ci sono Bergamo (+3,85% il fondo in più rispetto allo scorso anno), Modena (+2,76%), Salerno (+3,89%) e altre università piccole. Per la Statale di Brescia il fondo complessivo è rimasto pressoché invariato, passando dai 63.501.810 euro del 2017 (tra base, ordinario e perequativo) ai 63.802.578 del 2018. In pratica 300mila euro in più (0,47% sul 2017). Sul totale delle risorse Brescia vale l’ 1,02% del totale (6,26 miliardi complessivi, leggermente meno dello scorso anno). Dei soldi assegnati alla Statale, 45,5 sono quota base mentre la quota premiale vale poco meno di 18 milioni.
Interessante notare che la se per la quota base Brescia pesa per l’ 1,03%, per quella premiale sale all’ 1,05%. Insomma, stante la situazione (fondi rimasti uguali) e le modifiche introdotte, poteva andare peggio. Le risorse complessive sono invece state sostanzialmente confermate. Merito della quota premiale appunto, calcolata ( e destinata in futuro a diventare anche più pesante) in base ai risultati della ricerca valutati dall’ Anvur e alle politiche di reclutamento del personale. A tali fondi vanno peraltro aggiunti 2 milioni 794 mila euro di piani straordinari 2016, facendo salire la quota complessiva a 66 milioni 600 mila euro circa.
Piccola curiosità, le articolate tabelle ministeriali illustrano anche il costo medio dei professori per ateneo (a Brescia 110 mila, contro una media nazionale di 113 mila) e il numero di studenti equivalenti a tempo pieno, che a Brescia sono 9.875 (rispetto ai 14mila e passa iscritti), più o meno equamente divisi tra area medica, scientifico tecnologica e umanistico sociale. Con questi ed altri parametri viene calcolato il costo standard per studente in corso, che a Brescia è pari a 7.374 euro.
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