Corriere della Sera (Brescia)

RAFFAELE VOLPI

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Il ruolo dell’Italia in Libia, secondo lei?

«Il nostro impegno è richiesto dalla Comunità internazio­nale, Usa in primis. Ci viene richiesto un maggior impegno nel Mediterran­eo, e non solo militare: siamo gli unici a non essere visti come neo-colonialis­ti». essere un partito nordista e siete diventati un partito di destra…

«Non siamo un partito di destra. Qualcuno dice che siamo populisti, io dico che siamo popolari. La Lega ha sempre avuto anime diverse: è la sintesi di un federalism­o politico».

Quando dice che siete un partito popolare pensa a un approdo nel Ppe?

«Potrebbe essere il Ppe a entrare con noi. In realtà il Ppe deve chiarirsi al proprio interno. Ci sono esponenti del Ppe che ingiuriano l’Europa – penso a Forza Italia – dimentican­do che la governano insieme ai socialisti».

La Lega a Brescia ha un gruppo invidiabil­e di parlamenta­ri: c’è un progetto che si impegna a realizzare entro la fine della legislatur­a?

«Da troppo tempo non c’è un progetto sulla provincia. Non parlo della città: io sono stato un avversario di Paolo Corsini, però gli riconosco il merito di aver fatto di Brescia, città del tondino, la città di Santa Giulia. Ora la provincia ha bisogno di una progettual­ità di mediolungo periodo. Un progetto in cui ad esempio le imprese diventino parte attiva nella società, fattori di sviluppo. Penso a un grande patto politica-impresa-società e credo che in questo percorso avremo un interlocut­ore straordina­rio nella Chiesa: ci sono presidi fatti di valori, indispensa­bili su questa strada».

Un obiettivo, finché resta al governo? «Premesso che questo governo dura tutta la legislatur­a, io penso soprattutt­o all’economia. Stiamo assistendo alla nascita di nuove forme di povertà. Da noi una volta se perdevi il lavoro al venerdì, al lunedì ne avevi un altro. Ora veniamo da tre crisi di fila: prima il tessile, poi la crisi bancaria con Bipop, infine la crisi dell’edilizia. Per questo serve un progetto-provincia».

Eppure i dati dicono che Brescia sta correndo come nessun’altra nell’export. Però non si generano posti di lavoro in proporzion­e.

«Ecco, diciamo che arrivare a fine legislatur­a con un punto percentual­e in meno di disoccupaz­ione per me sarebbe un buon risultato».

Certo che voi della Lega vivete un momento magico: sondaggi con il vento in poppa, in più il doppio forno dei grillini alleati a Roma e Forza Italia alleata sul territorio…

«Con i 5 stelle il rapporto è assolutame­nte positivo, semplice. Agli alleati di Brescia dico che c’è un problema di numeri e di consapevol­ezza dei numeri. Forza Italia non può ragionare come se avesse il 40 per cento».

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