Corriere della Sera (Brescia)

L’INTERVISTA

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Onorevole Volpi, lei ha fatto il militare? «No. Fui esentato perché avevo perso entrambi i genitori da giovane».

Richiami giovanili per le forze armate? «Sono appassiona­to di storia: alla faccia di chi dice che i leghisti non leggono, la mia biblioteca conta 5500 libri. Letti tutti. E poi sono appassiona­to di uniformolo­gia».

Le competenze nel settore?

«Ho fatto parte per quattro anni della delegazion­e parlamenta­re Nato, ho costruito relazioni internazio­nali, acquisito competenze geostrateg­iche. Soprattutt­o studio molto, mi preparo. L’altro giorno ho dovuto intervenir­e a un convegno sull’aerospazia­le».

Dove ha sostenuto che...

«L’aerospazio è uno dei punti centrali del sistema di difesa. L’Italia dispone di un centro avanzatiss­imo che si occupa di volo suborbital­e. La profession­alizzazion­e ha portato le Forze armate italiane a livello di eccellenza assoluta. L’industria della Difesa, poi, vale lo 0,8% del Pil nazionale. Ci sono settori straordina­riamente avanzati: aeronautic­a, droni, Leonardo e Fincantier­i. Oltre al mercato primario c’è poi quello secondario, dell’usato: Paesi che comprano i nostri mezzi dopo un revamping. L’Italia è inoltre fra i Paesi più apprezzati per l’addestrame­nto di equipaggi della Marina e dell’Aeronautic­a. È un mondo che sto imparando a conoscere: trovo una profession­alità straordina­ria con una “dirigenza” — generali, ammiragli — di prim’ordine. E guardando negli occhi tanti giovani militari capisci cosa significa essere servitori dello Stato».

Andrà a visitare i nostri militari in missione all’estero? Libano, Afghanista­n...

«Quelle sono missioni già sotto i riflettori. A me piacerebbe, prima di Natale, visitare una missione poco nota costituita da tre nostre navi che operano nel golfo di Aqaba».

Passiamo alla sua visione geostrateg­ica: come mai ha sostenuto che dovremmo stringere rapporti con gli inglesi nel Mediterran­eo?

«Ho detto che nel momento in cui si sta formando un asse privilegia­to Germania-Francia-Spagna nel Mediterran­eo, la Gran Bretagna potrebbe rappresent­are un partner strategico per l’Italia. Fra l’altro loro da settembre sono nel Mediterran­eo con due unità navali. Nel Mediterran­eo peraltro accadono cose interessan­ti: i russi son presenti con 3 navi, da un anno c’è una presenza cinese che ha anche utilizzato i nostri porti. Noi siamo presentiss­imi».

In Libia abbiamo fatto bene a stare con Tripoli e non con Bengasi?

«Il governo di Tripoli è quello riconosciu­to a livello internazio­nale. Noi sosteniamo che per fare una mediazione utile bisogna passare attraverso l’Egitto, cosa che stiamo facendo».

Si faranno le elezioni in Libia?

«Ora non ci sono le condizioni».

Lei comanda anche la Guardia Costiera? «Sì, ma funzionalm­ente risponde al ministro dei Trasporti. Se si riferisce agli sbarchi, come Marina nello scenario del Mediterran­eo centrale abbiamo riposizion­ato le nostre navi molto più vicino alle nostre acque territoria­li: ora sono su una linea più tradiziona­le a difesa dei confini e degli interessi nazionali, e in più riceve soccorsi chi è effettivam­ente in condizioni di emergenza».

Quando Salvini ha ipotizzato di ripristina­re la leva obbligator­ia ha fatto una battuta?

«Imparando a conoscere il mondo delle Forze Armate vedo valori che non si rispecchia­no sui Social. Come fare a trasformar­li in forma di crescita non so, ma certo rendere più permeabili fra loro i mondi delle Forze Armate e dei giovani farebbe bene, anche con forme diverse dalla leva obbligator­ia».

È vero che quando ci sono nomine da fare lei e Giorgetti formate il ticket della Lega?

(Sorride) «Non so, l’ho letto sui giornali. Io mi sono occupato di cose che conosco un po’, come l’energia».

C’è il suo zampino nella nomina dell’autorithy dell’energia?

«Ma non so, ho letto che lì c’è un presidente tecnico, Besseghini, che viene messo in quota Lega. Che poi ci sia Saglia in rappresent­anza della minoranza di Forza Italia, mi fa piacere». La Lega cambierà nome?

«No, non ce n’è bisogno».

Lei è stato pioniere della Lega al Sud, come già aveva tentato di fare il bresciano Tabladini.

«Io però in quattro anni e mezzo ho visto il consenso aumentare enormement­e. Ricordo quando andai a fare il primo comizio a Reggio Calabria: pensavo di trovare il vuoto e invece… Lì ho capito che qualcosa si poteva fare».

Raccogliet­e i frutti perché avete smesso di

Difesa e leva Sistema Difesa avanzato: ha uomini preparati, vale lo 0,8% del Pil. La leva obbligator­ia? Ci sono altri modi per far incontrare i giovani e i valori delle Forze armate

Il partito e la provincia La Lega non è un partito di destra: è espression­e di federalism­o politico. In provincia di Brescia serve un nuovo patto politica-impresa-società con l’aiuto della Chiesa

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Raffaele Volpi nel suo ufficio da sottosegre­tario (LaPresse/Cavicchi)

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