Via alla demolizione della raffineria Ma si litiga sul futuro dell’area
Cremona, la Tamoil: faremo un parcheggio. Il Comune: no a colate di cemento
CREMONA Una città nella città fatta di torri, tubi, camini, pompe, reattori. Una montagna di acciaio e ferro. Sono iniziati nei giorni scorsi e continueranno sino alla fine del 2019 i lavori di demolizione della Tamoil, la raffineria in riva al Po. Un’operazione spettacolare affidata alla Armofer, azienda specializzata che ha smantellato vari impianti in Italia, compresi quelli dell’Eni di Sannazzaro de’ Burgondi distrutti dalle fiamme. Interrotta nel 2010 l’attività di raffinazione dopo le polemiche sull’inquinamento, la Tamoil è stata trasformata in deposito
Fine 2019 I lavori alla ex azienda petrolifera dureranno un anno e riguardano 70 mila metri quadrati
di idrocarburi, stoccati in 60 mega serbatoi. Gli addetti sono passati dai circa 300 dei tempi d’oro ai 40 di oggi. Nell’agosto 2017 erano state spente, sezionate e portate a terra le fiaccole, simbolo del sito, alte più di cento metri e visibili da grande distanza, che bruciavano i gas di scarico. Ora tocca a un’altra parte dello stabilimento.
L’area interessata si estende su una superficie di 70 mila metri quadrati, una delle più vecchie, dove veniva trattato il greggio per ottenere i vari tipi di carburante. Sono entrati in azione due escavatori da 100 tonnellate dotati di un braccio estendibile di più di 30 metri. «Su ognuno della coppia di macchinari è stata montata una cesoia che taglia e riduce in pezzi gli impianti — dice l’architetto Stefano Chiavalon —. Le componenti più alte saranno imbragate, abbassate e decostruite. Il cemento verrà sbriciolato con le pinze installate al posto delle cesoie. Un intervento complesso per l’estensione della zona coinvolta e per il fatto che viene condotto con il deposito attivo». Il materiale ottenuto, 30.000 tonnellate, sarà trasferito nei centri di recupero per essere fuso e riutilizzato.
Quello della demolizione della Tamoil è per il sindaco Gianluca Galimberti «un momento storico per la città. Siamo impegnati con un pool di tecnici a monitorare tutte le fasi di questa importante operazione e a controllare che i lavori siano eseguiti in sicurezza e trasparenza». Completato lo smantellamento, comincerà la partita sulla destinazione dell’area. Il gruppo petrolifero vuole costruire un parcheggio e ha già incassato l’ok del ministero. Ma il Comune non ci sta. «Ci aspettiamo — mette in guardia l’assessore all’Ambiente Alessia Manfredini — di discutere l’eventuale riconversione avvisando che non potrà essere una colata di cemento su un terreno ancora da bonificare».