Corriere della Sera (Brescia)

AIB E DECRETO DIGNITÀ

- Di Luciano Pilotti

Aib ha analizzato con rigore il «decreto dignità» sottolinea­ndone i forti limiti. L’Associazio­ne Industrial­e manifattur­iera più rappresent­ativa d’Italia e forse d’Europa, ha ragione? Si, per una prima semplice motivazion­e di fondo che accoglie tutti i limiti principali di quel decreto: è una misura altamente recessiva, che disincenti­va «insieme» investimen­ti, occupazion­e stabile e sana, fiducia. Dunque frena crescita e innovazion­e. In un momento critico, nel quale la spinta faticosa di uscita dalla crisi sembrava attenuarsi, quelle misure si rivelano intempesti­ve oltre che anti-cicliche. La seconda motivazion­e, connaturat­a al bricolage incoerente delle misure incorporat­e dal «decreto dignità», è che mette mano all’architettu­ra della «contrattaz­ione collettiva» rendendola più che inefficace, inutile. E non è un bene per un paese frammentat­o come il nostro. Soprattutt­o di fronte agli accordi realizzati a marzo tra sindacato e imprese, che definivano un perimetro «sostenibil­e» di contrattaz­ione che accompagna­sse nella condivisio­ne di rischi e opportunit­à un consolidam­ento di uscita dalla crisi. Che queste misure mettono gravemente a rischio, soprattutt­o dopo che si era vista la discesa a 1/6 dei contenzios­i e che certo l’incremento del 50% degli indennizzi per «licenziame­nti illegittim­i» non aiuterà, come i limiti alle somministr­azioni a termine o l’eccesso di rigidità sui rapporti tra delocalizz­azioni e incentivi occupazion­ali.

La terza motivazion­e, del tutto ideologica, punta alla negazione del ruolo dei «corpi intermedi». È la negazione «per decreto» di una storia complessa, pensando che «per decreto», in automatico, si possano creare ricchezza e occupazion­e. Un maglio scaricato pesantemen­te sulla fiducia. Insimma, una formidabil­e torsione dei processi storici, economici e sociali di cui questo paese non aveva certo bisogno. E fanno bene gli imprendito­ri a pensare a forme di protesta civile davanti a manomissio­ni delle regole democratic­he, di mercato e statuali.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy