«Abbiamo comunicato per tranquillizzare la popolazione»
«Il nostro obiettivo è sempre stato quello di tranquillizzare e dare risposte alla popolazione». L’assessore regionale Giulio Gallera risponde così alle critiche dopo aver indicato la presenza di legionella in un’azienda, smentita, poi, da analisi più approfondite.
«Quei giudizi su come abbiamo comunicato l’emergenza sono ingenerosi». L’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera si sente sotto attacco dopo le critiche di amministratori e media alla notizia che analisi più approfondite hanno scagionato la Cartiera di Montichiari dal possibile ruolo di aver veicolato il batterio.
Assessore, non pensa che avreste dovuto sottolineare con più forza che quelle diffuse una settimana fa erano solo le prime analisi e che il responso quantitativo sui campioni avrebbe potuto ribaltare le prime risultanze?
«Allora, chiariamo subito un paio di cose. Primo: ci troviamo davanti ad un fatto di proporzioni uniche in Europa, sul quale non esistono linee guida precise. Secondo: avevamo la necessità, una settimana fa, di far fronte ad una serie paure che si stavano diffondendo». Dunque...
«Dunque il 17 settembre sono venuto a Brescia con un fine preciso: tranquillizzare la popolazione che non era l’acqua della rete idrica veicolo della legionella perché sul punto la gente era in pressing sui sindaci e i bambini venivano mandati a scuola con l’acqua minerale. Spiegare che l’acquedotto non era un rischio era essenziale».
Ma avete pure detto che le torri di raffreddamento delle aziende erano risultate positive alla legionella, anche se le analisi, per dare responsi certi, dovevano essere ultimate.
«Cosa avremmo dovuto fare? Tacere, non dire nulla? Non dire alla popolazione, che viveva nell’incertezza, che forse quella era la strada da percorrere per cercare il possibile veicolo del contagio?»
Forse con qualche condizionale in più... «Abbiamo detto che la cosa andava ulteriormente approfondita e non abbiamo fatto i nomi della aziende coinvolte ma solo i paesi dove operavano per non criminalizzare nessuno. E poi c’è un altro aspetto da considerare...»
Quale?
«Al primo responso delle analisi, anche se incompleto, abbiamo deciso come autorità sanitaria di procedere alla sanificazione degli impianti. Cosa dovevamo fare? Rimanere fermi altri giorni in attesa di esami più precisi non facendo nulla davanti a possibili fonti di contagio? No, abbiamo preferito intervenire subito con la sanificazione, ci è sembrata la scelta più giusta».
Resta il fatto che quel falso-positivo ha colto in contropiede i sindaci, confuso la gente e messo le aziende sul piede di guerra...
«I risultati di oggi con 8 campioni su 9 positivi, però, ci dicono che le valutazioni fatte una settimana fa non erano molto lontane dal vero».