Loggia, più dialogo con i quartieri
Liste uniche senza simboli di partito: d’accordo anche Forza Italia e 5 Stelle, Lega contraria
«Tagliando» ai 33 consigli di quartiere: i presidenti potranno partecipare alle commissioni e avranno referenti in ogni settore della macchina amministrativa. Alle elezioni del 2 dicembre ci sarà una lista apolitica per ogni quartiere: tutti d’accordo, tranne la Lega.
Domenica 2 dicembre, alle seconde elezioni per il rinnovo dei trentatrè consigli di quartiere, ci sarà ancora una lista unica, senza alcun simbolo di partito. Come aveva anticipato al Corriere il sindaco Del Bono («non partitizziamo i quartieri» era stato il suo appello). Una scelta all’insegna del «civismo» che vede d’accordo tutte le forze politiche che siedono in consiglio comunale, tranne la Lega, la quale (lo ricorda il capogruppo Massimo Tacconi) vorrebbe valorizzare l’impegno profuso dai suoi simpatizzanti nei rispettivi quartieri: «È una palestra politica importante al pari delle vecchie circoscrizioni, che noi vorremmo ripristinare, nelle quali siamo cresciuti io, Fabio Rolfi, Simona Bordonali». Ha cambiato idea invece Forza Italia:«Noi abbiamo un’idea completamente diversa dei consigli di quartiere ma in un momento di forte disaffezione dei cittadini alla politica, crediamo sia giusto non mettere i singoli candidati in un recinto partitico». Ed è netta la presa di posizione di Guido Ghidini (% Stelle), che è stato presidente di quartiere ad Urago Mella: «Quando si lavora per il proprio quartiere ci si mette alle spalle l’appartenenza politica. Ben venga la lista unica ed il riconoscimento del valore della singola persona».
Ieri, nel corso delle commissioni consiliari congiunte (quella per la revisione degli Statuti e quella sul decentramento dei Servizi e Partecipazione presiedute rispettivamente da Roberto Cammarata e Dionigi Guindani), sono state approvate anche importanti modifiche al regolamento dei consigli di quartiere. Apprezzata, in modo bipartisan è stata la promessa dell’assessore competente, Alessandro Cantoni, di «individuare un referente per ogni settore della macchina amministrativa comunale che si interfacci con i presidenti dei consigli di quartiere» in modo tale da aumentare e velocizzare il dialogo diretto con i gangli vitali della città. È stato approvato l’aumento del numero di consiglieri: fino ad oggi ne venivano eletti cinque nei quartieri con meno di 4mila abitanti, ora il numero minimo sale a sette per i quartieri con meno di 7mila abitanti (restano 11 per quelli con più di 12mila abitanti e 9 se ci sono oltre 9 mila abitanti). Viene introdotta la figura del vicepresidente, per sostituire il presidente in caso di sua assenza. E ancora: sarà possibile presentare una mozione di sfiducia per il presidente, mentre lui — così come i consiglieri — decadranno dopo solo tre assenze ingiustificate (ora si doveva arrivare a cinque). Se dovesse decadere un intero consiglio di quartiere, la Giunta potrà indire nuove elezioni (solo in quella fetta di città) entro sei mesi. Non solo: l’assemblea di tutti i presidenti potrà essere indetta su richiesta del sindaco ma anche di un terzo dei consiglieri. Confermata la possibilità di formare, all’interno dei consigli, dei singoli gruppi di lavoro su specifici temi (ambiente, sicurezza, lavori pubblici) mentre i quartieri dovranno spedire i verbali delle loro riunioni in assessorato entro un mese. Per aumentare il dialogo tra quartieri e Comune l’assemblea dei Presidenti dei Consigli di quartiere esprimerà anche «un rappresentante all’interno dell’ufficio di presidenza delle Consulte comunali». Non solo: i presidenti potranno partecipare anche alle commissioni comunali. Il nuovo regolamento entrerà in vigore dopo l’approvazione, venerdì, del consiglio comunale.