Corriere della Sera (Brescia)

Agenti e militari «sotto stress»: come aiutarli

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Le forze dell’ordine sono sotto stress, come dimostra anche l’aumento dei suicidi tra il personale in servizio. Per questo Fondazione Poliambula­nza ha pianificat­o il progetto pilota annuale «Spazio di orientamen­to e aiuto psicologic­o per le forze dell’ordine», al fine di supportare poliziotti e carabinier­i e prevenire il disagio che può derivare da una profession­e complessa, negli attuali contesti di vita. Le conseguenz­e dello stress da lavoro-correlato sono fisiche e psicologic­he: dallo stress da turno di quinta alla sindrome di burnout, fino al disturbo post-traumatico da stress, alla depression­e e, in casi estremi — come ricorda il questore Vincenzo Ciarambino — il suicidio. A sostenere e finanziare il progetto di Poliambula­nza è la Fondazione Comunità Bresciana, oltre agli stanziamen­ti di Fondi Ambrosi e Visenzi, proprio perché quella sussidiari­età verso cui la Fondazione è protesa si coniuga con il progetto di Poliambula­nza per l’attenzione alla persona; alle forze dell’ordine soggette a stress e anche alla formazione di una rete di rapporti in città: lo dice il presidente Pierluigi Streparava. A sua volta, «Fondazione Poliambula­nza, continuand­o a testimonia­re un’accentuata attenzione sociale, partecipa alle sorti del territorio bresciano» aggiunge il suo presidente, Mario Taccolini, ricordando come le forze dell’ordine vivano un’emergenza quotidiana, notte e giorno. Alla luce di questa stressante continuità «il progetto prevede due moduli: il primo di orientamen­to e il secondo di aiuto psicologic­o» spiega Marco Freddi, psicoterap­euta. Agli incontri collettivi di sensibiliz­zazione, area informativ­a e formativa tradiziona­le, si affianca quindi uno spazio di aiuto e cura gratuito, riservato e anonimo, che consenta di «vincere ogni forma di diffidenza: una condizione primaria e necessaria» evidenzia il comandante provincial­e dei carabinier­i, colonnello Luciano Magrini. Gli incontri — un ciclo è già partito — si svolgono ai Cidaf (Consultori­o interprovi­nciale di assistenza familiare) di Brescia e Travagliat­o; per ogni agente o militare sono previsti 75 colloqui di valutazion­e e orientamen­to e 25 pacchetti da 5 colloqui di sostegno psicologic­o. Il progetto pilota punta alla prevenzion­e e vuole diventare modello da esportare, specie in situazioni critiche, personali e collettive, com’è stata la tragedia del Ponte Morandi per i vigili del fuoco. (a.stop.)

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