Un Cristo in ferro battuto protegge le barche sul Po
L’idea è nata «quasi per scherzo» una sera di luglio, a cena. Di qua Michel Marchi, 32 anni, sindaco di Gerre de’ Caprioli, 1.334 anime in provincia di Cremona, di là Italo Fornasari, 62 anni, artista e fabbro, ma, ancora prima, uomo del Po, già campione italiano di canoa. L’idea del primo cittadino: realizzare un Cristo sul Po da collocare sulla piazza di Bosco ex Parmigiano, località Mento, «per contraddistinguere ancora di più un luogo già magico». Il maestro Fornasari si è messo all’opera e in due mesi ha realizzato la statua in ferro battuto, inaugurata e benedetta domenica scorsa davanti ai barcaioli delle società canottieri e a molti fedeli che hanno partecipato alla messa celebrata da don Alberto Mangili. L’opera è alta tre metri e mezzo e pesa circa 200 chilogrammi. Il materiale è, per la gran parte, di recupero. Un Cristo senza croce, perché, come ha spiegato il maestro Fornasari, ma lui preferisce farsi chiamare mastro, «Cristo vuole liberarsi della Croce, con le braccia verso l’alto, come l’Ascensione». Il costato ha la forma di due pale «per avvicinare l’opera anche alla navigazione a remi» , ha detto il sindaco di Gerre de’ Caprioli. A Marchi, l’idea è venuta anche per un altro motivo:
«La candidatura di Gerre de’ Caprioli, con gli altri Comuni della Media Valle del Po, come patrimonio MaB ( Man and Biosphere) dell’Unesco», per la valorizzazione dell’ambiente e dell’identità storica, perché nella Bassa, la storia dell’uomo è sempre stata strettamente intrecciata al suoi fiume, ai suoi ritmi, alle sue caratteristiche naturali, ai suoi paesaggi e al suo clima. Don Mangili ha richiamato i valori del Cristo e ha invitato i fedeli a vigilare sui pericoli che corrono i giovani. «L’idea era contraddistinguere questa zona con un simbolo riconoscibile da tutti», ha evidenziato il sindaco Marchi. Una Croce, appunto, perché «un’ansa di un fiume è come una cima di una montagna». L’opera d’arte e già stata ribattezzata «Il Cristo di Italo».