«Serve lavoro di squadra»
Per Donatella Albini, consigliere comunale con delega alle Politiche sanitarie, serve un sistema istituzionale nuovo con Asst, Comune di Brescia come città metropolitana e Ats perché possano dialogare tra loro.
Quando un malato è molto grave e non ha speranze, nelle corsie d’ospedale si dice che il suo decesso è «atteso». Allo stesso modo il brusco calo dei medici di famiglia «è un problema atteso, visto che l’accesso alle facoltà di Medicina e alle scuole di specialità non è mai stato programmato su dati e reali bisogni della popolazione». Non ha dubbi Donatella Albini, ginecologa e da anni consigliere comunale a Brescia con delega alle Politiche sanitarie, che spesso si è spesa per far dialogare Loggia, Ats e Asst.
L’età media dei medici di base supera i 55 anni, che fare?
«Il calo dei medici avrebbe potuto non essere un’emergenza, ma per evitarlo si sarebbe dovuta fare una programmazione per tempo. Con posti maggiori nelle scuole. Federsanità propone di aumentare la soglia massima di pazienti per ogni medico (1300-1500, ndr), ma farlo significa che potrà dedicare loro ancora meno tempo».
Non si rischia che la gente finisca per intasare di nuovo i Pronto soccorso?
«È un rischio concreto. Di certo il problema va affrontato in modo strutturale. E questo significa anche insegnare ai medici a lavorare molto sulla prevenzione. Bisogna capire quali sono i bisogni di salute: da una parte c’è l’emergenza, dall’altra la cronicità. Nei prossimi anni avremo bisogno di medici di medicina generale che curino stili di vita e malattie croniche — si pensi a diabete, ipertensione, scompensi, Bpco — e si occupino di dimissioni protette».
E i fondi?
«È fondamentale finanziare il servizio sanitario. Che significa investire sulle scuole per i medici di famiglia, ma anche avere più accessi per gli ospedalieri. Basta fare lavorare gli specializzandi come scorciatoia».
A livello locale, quale passo?
«È interesse dei Comuni che ci sia un servizio territoriale che funzioni. Le Asst rappresentano il ponte tra ospedale e territorio, ma non hanno il governo dei medici di famiglia. Serve quindi un sistema istituzionale nuovo con Asst, Comune di Brescia come città metropolitana e Ats». Quale sarebbe l’obiettivo?
«Mettere insieme le esigenze, ad esempio sui medici di base. Si potrebbe arrivare ad un accordo che vincoli il libero professionista ad aprire l’ambulatorio dove si trovano i pazienti. E non lontano. E poi si deve ragionare su cure continuative e dimissioni protette». (m.tr.)