Corriere della Sera (Brescia)

Legionella, nessun nuovo caso. Ma crescono le polmoniti

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Sedici mercoledì, 13 ieri. È il numero di pazienti che sono andati al pronto soccorso nei diversi ospedali di Brescia e provincia e del Mantovano: la diagnosi è sempre polmonite. Difficile sapere — in prima battuta — se è stato il batterio della legionella a causare l’infiammazi­one dei polmoni. In 5 casi su 13 i medici hanno disposto il ricovero. Cresce così il dato delle persone colpite da polmoniti, ben oltre la soglia di malattie attese: dall’inizio dell’epidemia dei primi di settembre, i pazienti sono arrivati a quota 568. Intanto, però, si riduce il numero di quelli ricoverati, che ieri erano 106: quasi la metà di dieci giorni fa. Il laboratori­o di sanità pubblica non ha evidenziat­o alcun nuovo caso di positività alla legionella, oltre ai 48 noti. Tuttavia, come spiegato dagli esperti, l’esame dell’antigene urinario — eseguito immediatam­ente — non può essere considerat­o esaustivo. Quel test infatti è in grado di riconoscer­e il ceppo più comune di Legionella pneumophil­a (sierotipo 1), ma non tutti gli altri. Ecco perché serve tempo: tra un mese, infatti, quasi tutti i pazienti affetti da polmonite — e in via di guarigione — saranno richiamati per effettuare un nuovo prelievo ematico, alla ricerca degli anticorpi. Chi ha contratto la legionella, infatti, svilupperà anticorpi che in queste settimane sono in fase di sviluppo. Intanto rimane alta la preoccupaz­ione nei paesi della Bassa bresciana, soprattutt­o in quelli più piccoli dove le polmoniti sono molte più del previsto. (m.tr.)

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