Taglio dei vitalizi Anche i bresciani si «ribellano»
Sono 1.200 i deputati che hanno fatto appello chiedendo l’annullamento del provvedimento Fico-Boeri
Impossibile stabilire il numero esatto dei deputati bresciani che hanno presentato ricorso contro il taglio dei vitalizi, deliberato lo scorso luglio dall’ufficio di presidenza della Camera con il provvedimento Fico-Boeri. Ma i malumori sono diffusi, così come le critiche. Eugenio Baresi non nasconde la propria rabbia definendolo un provvedimento che discrimina una sola categoria, mentre Francesco Ferrari non ci sta a essere trattato come un ladro: «Sono soldi che ci siamo guadagnati».
Ognuno parla per sé. Poi c’è chi preferisce non entrare nel merito, chi si scalda, chi si arrabbia ma poi chiede scusa. Non è facile capire quanti sono in tutto gli ex deputati bresciani che hanno presentato ricorso contro il taglio dei vitalizi, deliberato lo scorso luglio dall’ufficio di presidenza della Camera. Una decisione che ha scatenato una forte reazione a livello nazionale: in 1.200 hanno fatto appello per chiedere l’annullamento del provvedimento Fico-Boeri, molti dei quali attraverso i legali dell’Associazione ex parlamentari. A Brescia, a quanto pare, chi si è mosso con gli avvocati sta facendo tutto in autonomia. Piuttosto unanimi invece sono le opinioni riguardo la riforma.
«Dovrà essere un terzo soggetto a decidere se è giusto o meno ciò che è stato fatto, sicuramente non tocca alla politica farlo — Aldo Rebecchi commenta così il tema dei ricorsi — Su una questione così delicata e complessa si doveva intervenire in maniera più seria, con una proposta di legge che doveva riguardare tutti, Camera e Senato. Il percorso doveva essere più corretto».
In prima fila nella battaglia contro la riduzione dei vitalizi c’è sempre Eugenio Baresi, deputato dal ‘94 al ‘96. «In Italia sono 12 milioni le persone che prendono la pensione con il sistema retributivo; non possiamo fare una riforma, nei fatti discriminatoria, che riguarda solo una categoria – spiega Baresi -. C’è gente che si vedrà decurtata del 70%. Da notare poi l’imbecillità del documento: il deputato che più tardi è diventato senatore prende il vitalizio completo, mentre il senatore che poi ha fatto il deputato viene colpito dagli effetti della delibera». Troppa disparità secondo Baresi, già sindaco di Ghedi, che ha annunciato di voler presentare ricorso direttamente alla magistratura ordinaria. «Se avessi investito ciò che vent’anni fa ho pagato alla Camera per avere diritto al vitalizio mi sarei comprato un appartamento in città che messo a reddito avrebbe fruttato di più – continua Baresi-. Sono soggetto alla legge Fornero e il mese prossimo dovrei prendere il mio primo vitalizio: 1.600 euro». La questione dei tagli, più in generale, «è una vergona – aggiunge -. coinvolge ex parlamentari che hanno scritto la Costituzione italiana, gente che ha servito il Paese e ha contribuito al suo sviluppo». Anche Francesco Ferrari, nei palazzi romani dal ‘92 al 2001, ha incaricato il suo avvocato. «È ora di finirla, ci fanno passare per ladri, ma questi non sono soldi rubati – commenta l’ex presidente di Coldiretti Brescia -. Sono un diritto acquisito per il lavoro che ho svolto in tanti anni di politica: 99,9% di presenze, alcune leggi importanti per l’agricoltura, due anni in Europa». Poi lo sfogo: «Questo governo di gente che non ha mai lavorato – conclude - dovrebbe rispettare chi ha servito con impegno il Paese, meritandosi e sudando ogni voto. Persone che hanno investito molto tempo, sacrificando la professione e la famiglia».
"Baresi
È una riforma discriminatoria, riguarda solo una categoria
"Ferrari
È ora di finirla, ci fanno passare per ladri, ma questi non sono soldi rubati