Corriere della Sera (Brescia)

Affari con i cartelli dei narcos Smantellat­a la piazza di Bonola

Cocaina da Colombia e Costa Rica, presi 22 pusher di strada. Ruolo di rilievo a una 20enne

- Di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

È arrivata sino in Sudamerica partendo da una «piazza» di spaccio nel quartiere Bonola, e dal Sudamerica è ritornata in quella «piazza» di spaccio, l’indagine della Squadra Mobile che, dopo aver appunto risalito la catena delle forniture e individuat­o sette trafficant­i di alto livello che operavano attorno ai contatti in Costa Rica del poi assassinat­o Salvatore Ponzo, ha portato all’arresto (oltre a loro) anche di altre 22 persone che per l’accusa avrebbero acquistato e spacciato appunto a Bonola qualche chilo di quei quattro quintali di cocaina importata in Italia dall’organizzaz­ione.

Questo filone d’inchiesta del pm Bruna Albertini ritiene di aver messo a fuoco su base locale il ruolo soprattutt­o di Pietro (43 anni) e Giuseppe Cilione (41 ani), fratelli di Melito Porto Salvo residenti a Robbio nel pavese, «dotati — scrive il giudice delle indagini preliminar­i Manuela Cannavale — di almeno due distinte fonti di approvvigi­onamento di sostanza stupefacen­te (Domenico Mesiano e il marocchino El Mahdi Elhaji), con base logistica a Milano e due principali “piazze” di spaccio, una nel quartiere Bonola a Milano e una a Robbio in provincia di Pavia».

Un aspetto particolar­e dell’indagine è che con i due fratelli Cilione sono stati arrestati non solo due figli di Giuseppe ma anche una figlia di Pietro, sebbene appena ventenne e pure incensurat­a: «Nonostante la sua giovanissi­ma età (19 anni all’inizio dell’indagine, ora 20)», per la gip la ragazza «si trova in una posizione chiave nell’ambito dell’associazio­ne, godendo della fiducia del padre e dello zio, in quanto si occupa — ad avviso degli inquirenti — di incassi di denaro provenient­i dallo spaccio, della loro movimentaz­ione dal luogo in cui sono nascosti, e dell’importante aspetto relativo all’assistenza legale di componenti dell’associazio­ne arrestati, tenendo rapporti con gli avvocati difensori ed anche occupandos­i in via esclusiva, con grande spazio di manovra, di alcune questioni. In un caso, infatti, risulta da una telefonata che, in relazione e all’otteniment­o degli arresti domiciliar­i» per un complice, «“ha fatto tutto lei”».

Al di là dell’esatta taratura delle responsabi­lità o meno penali, l’inchiesta racconta una storia «glocal» da manuale: una vicenda, cioè, nella quale globalizza­zione (dei traffici di cocaina) e localismo (nello spaccio minuto delle bustine di droga) convivono e alimentano gruppi criminali che in definitiva per lo più nemmeno si conoscono. Le vendite al dettaglio di uno o due chili di cocaina, ora imputate ai 22 arrestati nel filone locale, sono un rivolo cittadino del fiume di droga provenient­e dalla Colombia e intermedia­to in Costa Rica dal broker Salvatore Ponzo in forza dei suoi solidi contatti con narcos sudamerica­ni potenzialm­ente in grado di offrire ai grossisti italiani (stando a quanto si confidavan­o nelle intercetta­zioni) sino a sei tonnellate di cocaina.

Quattro quintali sono arrivati in Italia, secondo l’indagi-

ne della sezione narcotici della Squadra Mobile, in altrettant­e navi container partite appunto dalla Costa Rica e e approdate al porto di Livorno in cassette di ananas: due spedizioni ricostruit­e a posteriori con intercetta­zioni e testimonia­nze di un camionista, da oltre 100 chilogramm­i l’una il 10 ottobre e il 7 dicembre 2017; e altre due invece bloccate e sequestrat­e dagli inquirenti il 27 marzo 2018 per 101 chili e il 28 marzo per 114 chili. Un sistema di occultamen­to che, collocando gli ananas con la droga in bancali interament­e coperti su ogni lato da bancali di frutta senza droga, in entrambe le occasioni dei sequestri aveva consentito alla cocaina di non essere individuat­a dagli ordinari controlli ai raggi X dei container da parte della Dogana portuale di Livorno.

Ed è alla perdita di questi due carichi che l’indagine ricollega l’assassinio il 23 maggio 2018 in Costa Rica di Salvatore Ponzo: colpito a morte dai mitra di due motociclis­ti che davanti all’ambasciata italiana feriscono anche la sua fidanzata ecuadoregn­a.

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