Legionella, altra azienda positiva
Trovato il batterio in una torre di raffreddamento a Visano. Il sindaco: controllare tutti
L’Ats ha trovato il batterio della legionella in una torre di raffreddamento di un’azienda di Visano, paese di quattromila abitanti dove l’Agenzia di tutela della salute di Brescia ha contato 13 persone affette da polmonite. L’Ats ha quindi disposto che il sindaco Francesco Piacentini emanasse un’ordinanza «contingibile e urgente» per sanificare la torre di raffreddamento. L’ordinanza sarà emessa in giornata. Il sindaco Piacentini ha pure rilanciato chiedendo a tutte le imprese di sanificare i propri impianti di raffreddamento e all’Ats di estendere i controlli a tutte le aziende presenti sul territorio per escludere altri possibili veicoli di contagio.
L’indagine sulla legionella torna a concentrarsi sulle torri di raffreddamento. Ieri il Laboratorio di sanità pubblica ha confermato che un’altra torre è risulta positiva: si tratta di un’azienda di Visano, paese di quattromila abitanti dove l’Agenzia di tutela della salute di Brescia ha contato 13 persone affette da polmonite. L’Ats ha quindi disposto che il sindaco Francesco Piacentini emanasse un’ordinanza «contingibile e urgente» per sanificare la torre di raffreddamento, onde evitare che il contagio potesse – anche solo teoricamente – continuare. Le torri, infatti, nel processo di raffreddamento nebulizzano l’acqua calda e con essa il batterio. Che è pericoloso per l’uomo non quando è nell’acqua ma quando si trova nell’aria. Alla luce dell’azienda risultata «positiva» alla legionella, il sindaco di Visano è pronto a chiedere ad Ats di effettuare altri campionamenti in ditte che al momento non sono state controllate. L’intenzione di Piacentini è anche quella di aprire un dialogo direttamente con le aziende che possiedono torri, ma finora non sono state analizzate da Ats: «Vorrei chiedere alle ditte di procedere alla sanificazione, pur in assenza di un obbligo».
Un ragionamento di sanità pubblica, nell’interesse del paese. Di certo oggi stesso il sindaco di Visano procederà a emanare l’ordinanza per l’unica ditta risultata «positiva», che avrà quindi l’obbligo di usare i battericidi per la sanificazione. Quello di Visano è quindi il terzo caso di una torre di raffreddamento dove si riscontra la legionella, a fronte di cinque ditte dove sono stati fatti i campionamenti dell’acqua. Il laboratorio dell’Ats aveva scagionato la Cartiera del Chiese e la Leonessa di Carpenedolo, mentre aveva confermato la positività nella Gkn di Carpenedolo e nelle Acciaierie di Calvisano, in seguito entrambe sanificate. L’ipotesi delle torri come veicolo di trasmissione aerea della legionella rimane quindi in campo, ma non è l’unica ipotesi. C’è la prima falda, che verrà analizzata solo a Calvisano perché questo comune è sprovvisto sia di acquedotto sia di depurazione. Poi c’è il fiume Chiese, che però sarebbe stato escluso in quanto considerato «minoritario».
E questo nonostante siano risultati positivi 7 dei 15 campioni prelevati e analizzati. Ieri il consigliere regionale Ferdinando Alberti (M5S) ha posto un’interrogazione per far sì che si dia il giusto peso alle criticità ambientali in relazione all’epidemia di polmoniti: la legionella «prolifera in acque stagnanti e calde, ricche di sostanze come azoto, fosforo e metalli pesanti. È la situazione in cui versa il Chiese» scrive il consigliere di Brescia. Che domanda alla Regione di «incrementare i controlli sugli scarichi industriali e civili lungo il fiume». Per amministratori e cittadini servono risposte precise, le ipotesi non bastano. Di certo, però, lungo l’asta del fiume oggi si concentrano i maggiori casi di polmonite: 62 quelli riscontrati a Montichiari, 49 a Carpenedolo, 35 a Calvisano, 20 a Remedello, 20 nel comune mantovano di Asola. In tutto 602 casi, con 54 risultati (finora) positivi alla legionella. Intanto ieri sera, a Montichiari,
Le analisi
È il terzo caso di una torre di raffreddamento dove si riscontra il batterio
si sono riuniti i sindaci dei comuni della Bassa colpiti dall’epidemia. Un lavoro di confronto tra amministratori che mira a studiare una strategia comune nell’affrontare il problema. E, soprattutto, nell’evitare che possa accadere di nuovo.
«Manderemo un documento ad Ats, scritto con la consapevolezza — dice il sindaco di Montichiari Mario Fraccaro — che questo è un territorio compromesso a livello ambientale».