Conti delle Asst: tante criticità a Esine e Civile
Spedali Civili e Valcamonica: in rosso dieci indicatori su ventitrè. Vanno meglio a Chiari e Desenzano
Semafori rossi verdi e gialli. L’efficienza nella gestione di una azienda socio sanitaria lombarda si misura anche così, con quelli che gli esperti chiamano «indici di performance». Nelle scorse settimane sono usciti i dati del secondo trimestre del 2018 e rappresentano lo stato di salute dei conti delle aziende socio sanitarie del territorio in base ai parametri imposti dalla Regione che prendono in esame voci di spesa piuttosto variegate che analizzano, ad esempio, il costo del materiale diagnostico per mille euro di fatturato, la spesa per lo strumentario chirurgico o quella per le protesi, il costo delle sale operatorie per singolo intervento. Oppure l’incidenza del costo del personale per mille euro di fatturato prodotto dall’azienda sanitaria.
Parametrato sulle aziende socio sanitarie bresciane (Asst di Valcamonica, gli Spedali Civili di Brescia, quella della Franciacorta con sede a Chiari e quella del Garda con gli ospedali di Gavardo, Desenzano e Manerbio), la situazione dei costi è mediamente sotto controllo anche se non mancano criticità. Il triste primato del maggior numero delle voci in rosso (oltre alla media lombarda) spettano all’Asst della Valcamonica e agli Spedali Civili di Brescia: dieci ciascuno, mentre l’Asst cittadina ha anche sei voci “in giallo” contro le quattro dell’azienda camuna. Va meglio in Franciacorta e sul Garda, rispettivamente con 4 e 3 voci in rosso, anche se sono 8 e 7 quelle “borderline” d’un giallo vivo. Diversa la natura dei costi da migliorare nelle diverse Asst. Se in Valcamonica, zona con tutti i problemi delle aree di montagna, sono i costi del personale a preoccupare (un indice di 854 ogni mille euro di fatturato contro una media regionale di 731,35), al Civile sono le voci relative, ad esempio, ai costi dei materiali protesici, i farmaci per degenza o i costi delle sale operatorie per mille euro di fatturato (276,89 contro una media di 233,31) o per intervento (1.244,06 contro una media di 855,64). Criticità che, giusto precisarlo, il Civile condivide con altri grandi ospedali lombardi, soprattutto dell’area milanese (al Niguarda il costo della sala operatoria per intervento è addirittura 1.665,76), voci sulle quali la Regione chiede miglioramenti e sulle quali si giudicherà a fine anno il lavoro della direzione aziendale. Va meglio al Civile invece sul fronte del personale e dei costi comparati alla produttività (voci nelle quali, al contrario, si registra qualche “rosso” anche in Asst meglio posizionate come Chiari e Desenzano). Un dato che fa dire ai medici dell’Anaoo quanto i punti critici del Civile vadano ricercati non tanto nel personale, ma nelle politiche di appalto e dei costi di strutture e apparecchiature.