Ruba settecento chili di rame In manette dipendente infedele
Che la «questione» passasse inosservata era un tantino improbabile. Di conseguenza, pure che il suo capo non si accorgesse dell’ammanco. Peraltro, di quella refurtiva così ingombrante, non era nemmeno riuscito a liberarsi prima che i carabinieri bussassero alla sua porta su segnalazione del titolare di un’azienda che produce motori elettrici: «Credo che uno dei miei dipendenti mi stia derubando», ha denunciato in caserma. Origini moldave, 48 anni, residente a Rezzato, già conosciuto dalle forze dell’ordine: i carabinieri l’hanno spettato proprio all’uscita dal lavoro. Subito la prima conferma a riscontro dei sospetti manifestati dal suo titolare: nello zainetto che portava a spalle c’erano niente meno che cinque chili di ingranaggi in ottone appena trafugati dalla fabbrica. Non si è trattato di un caso, piuttosto, dell’ennesima puntata di una prassi consolidata, stando agli accertamenti: alla fine del turno pare si portasse via chili di materiale. Evidentemente per rivenderlo altrove, ma senza avere troppa fretta. Un «modus operandi» che secondo gli investigatori andava avanti da così tanto tempo che durante la perquisizione nella casa di Rezzato i carabinieri hanno trovato altri settecento chili di rame e ottone, per un valore di circa cinquemila euro. Ma aveva anche altri quindici chili di ingranaggi in ottone: stesso tipo di quelli recuperati nello zaino fuori dall’azienda. Dopo il riconoscimento del bottino da parte del titolare il 48enne è stato arrestato: dopo la prima notte ai domiciliari (nella sua abitazione) in aula il gip ha convalidato l’arresto a carico del dipendente «infedele» e rinviato l’udienza tra due mesi su richiesta del difensore. (m.rod.)