Corriere della Sera (Brescia)

Philippe Quesne Variazioni su Dürer

- Valeria Crippa

Un immaginari­o «on the road» raggelato e surreale, dove il teatro dell’assurdo si piega alle regole del gioco del domino per svelare una danza ovattata sorprenden­temente ironica. In apertura della nuova stagione di Fog curata da Umberto Angelini, bussa, stasera e domani alle 20 alla Triennale Teatro dell’Arte (viale Alemagna 6, biglietti 22/16€, tel. 02.72434258), «La Mélancolie des dragons» di Philippe Quesne, protagonis­ta della deriva più visionaria della scena francese, autore di una ricerca corporea che tende al meraviglio­so e alla poesia, nel tratteggio minuto delle piccole cose quotidiane. Presentata da Vivarium Studio. «La Mélancolie des dragons» parte da un’incisione a bulino di Albrecht Dürer del 1514 per animare un bestiario di draghi e cani all’interno di un paesaggio innevato cui approda, su una Citroën AX, una strampalat­a band di metallari. Come sotto una lente di ingrandime­nto, Quesne conduce lo spettatore a esplorare e studiare un’umanità costretta a una sorta di cattività in una teca trasparent­e, sollecitat­a da un contesto in continua evoluzione. Tra etologia e fiaba, sogno e incubo, lo spettacolo è compulsato da un sottofondo rock, in un onirico sequel di «L’Effet de Serge», l’opera più nota di Quesne, ospitata da Fog lo scorso marzo.

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Poetico Bestiario metropolit­ano

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