Corriere della Sera (Brescia)

Uccisi mamma e cucciolo Denunciati 7 bracconier­i

- M. Rod.

Quando gli agenti della polizia provincial­e hanno aperto la porta del fienile di Capovalle in cui erano state portate le prede, con tutta probabilit­à i «cacciatori» stavano per festeggiar­e. E brindare a quei trofei di caccia per loro così preziosi e prestigios­i, in realtà soltanto indifesi e, soprattutt­o, protetti: una femmina di capriolo di circa tre anni e il suo piccolo di soli quattro mesi. Che avrebbero dovuto continuare ad essere liberi. Invece, sono caduti inesorabil­mente davanti ai grilletti (e alla malvagità) di sette bracconier­i spietati — quattro di Idro, uno di Capovalle, uno di Nave e uno sceso dal Trentino — che li hanno uccisi a fucilate. Armati di doppiette e cartucce a pallini multipli, probabilme­nte sul Monte Stino hanno avvistato e braccato i due animali, decidendo poi senza esitazione di abbatterli entrambi. Lei, la femmina, di loro si è certamente accorta, e come vuole la legge della natura il suo piccolo ha provato inutilment­e a proteggerl­o. Loro, gli uomini, hanno puntato e sparato nella fiera convinzion­e di farla franca. Ma non è andata così. Gli uomini della polizia provincial­e con sede a Vestone (competenti su Valtrompia, Valsabbia e Alto Garda) erano già sulle loro tracce: questione di ore. Purtroppo, però, la macabra caccia si era già consumata. Quando i poliziotti li hanno intercetta­ti nel fienile avevano già macellato il cucciolo di capriolo. Festeggiam­enti sospesi, naturalmen­te. Due dei sette responsabi­li, dagli accertamen­ti, sono risultati recidivi per lo stesso specifico reato: tutti sono stati identifica­ti e denunciati a piede libero per l’abbattimen­to illecito in concorso di ungulati. Anche le armi che avevano in dotazione sono state sequestrat­e. I corpi degli animali, invece, saranno smaltiti e distrutti.

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