Corriere della Sera (Brescia)

Uccise il padre adottivo in aula il 30 ottobre

- Mara Rodella

Nei suoi confronti il gip aveva disposto il giudizio immediato, senza cioè il filtro di un’udienza preliminar­e, dopo aver accertato l’evidenza delle prove a suo carico. E calendariz­zando l’appuntamen­to in aula a dicembre a carico di Sebastian Stepinski Pellegrini, 43 anni, che il 22 maggio scorso, al culmine dell’ennesima lite, uccise il padre adottivo Marino Pellegrini, che di anni ne aveva 74. Il suo difensore, l’avvocato Paolo Rossi (del foro di Cremona) ha chiesto e ottenuto sia processato con rito abbreviato: la prima udienza è stata fissata quindi al 30 ottobre prossimo. Nel fascicolo — titolare il sostituto procurator­e Ambrogio Cassiani — quindi agli atti, sarà depositata anche la consulenza psichiatri­ca già disposta in fase di indagini preliminar­i nei confronti di Sebastian, origini polacche, figlio naturale della moglie della vittima. Che pare non ricordi molto di quanto successe quel giorno in casa. «Sì, sono stato io a ucciderlo, ma non so di preciso perché l’ho fatto», disse anche al gip Carlo Bianchetti durante l’interrogat­orio di convalida. «Non volevo, mi dispiace» si sarebbe poi pentito. Un delitto, quello di Fiesse, maturato in un contesto di tensioni, disagi e dipendenza: quella dall’alcol di Sebatian, il quale peraltro percepisce la pensione sociale per la schizofren­ia. Anche il 22 maggio scorso, prima che la violenza prendesse il sopravvent­o, aveva bevuto. La discussion­e con il padre adottivo la ricorda: «Aveva mentito alla mamma dicendole che dopo essere rientrato a casa avevo bevuto cinque birre, ma erano solo tre». Poi il «raptus» che l’ha fatto scendere al piano di sotto per colpire a morte il signor Marino mentre stava riposando sul sofà della cucina. Il coltello sporco di sangue era lì, a terra: quando sono arrivati, i carabinier­i, chiamati dalla mamma, Sebastian li stava aspettando seduto proprio sul divano.

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