Corriere della Sera (Brescia)

«Wall in art» Il segno dei writer in Valcamonic­a

Ozmo rivisita la Gioconda Borondo fra natura e architettu­ra Ritratti e radici per Collettivo Fx

- di Eletta Flocchini

Un museo diffuso di street art in Valle Camonica: così i murales contempora­nei riattualiz­zano la vocazione al racconto degli antenati preistoric­i. Dall’arte rupestre incisa a quella dei muri dipinti con le bombolette spray. Ci sono voluti milioni di anni, alcuni cruciali processi artistici e sociali, la Pop Art, Wharol, Banksy, la letteratur­a americana on the road, qualche saggio di intellettu­ali e semiologi ed eccoci arrivati fin qui: a Ozmo, Borondo e Collettivo Fx in Valle Camonica che si arrampican­o sui ponteggi, con l’Adamello sullo sfondo e attorno le nuove comunità integrate di camuni, senegalesi e arabi.

Gli artisti moderni di «Wall in art. Muri d’arte nella Valle dei Segni», quarta edizione della rassegna di street art promossa da Comunità Montana-Distretto Culturale e Sito Unesco di Valle Camonica, interpreta­no la storia e le suggestion­i di un territorio, ma intanto tengono vivo il dialogo con chi lo abita ed è destinato ad ereditare le nuove opere d’arte in versione murales.

Due i paesi coinvolti: Malegno e Darfo Boario Terme (nella frazione di Angone), dove gli artisti hanno saputo «creare un potente e evocativo fil rouge tra i linguaggi dell’arte contempora­nea e il lascito di segni e incisioni rupestri». Dopo «Soul of the wall_Cevo», l’intervento dello scorso luglio di Eron in Valsaviore, Wall in Art è proseguito nel mese di settembre con altri tre nomi della scena internazio­nale: lo spagnolo Borondo, che ha lavorato sul muro di piazza Casari a Malegno; l’artista fiorentino Ozmo e l’emiliano Collettivo FX (si fa chiamare Collettivo ma è un solo artista) hanno operato ad Angone, nel quartiere di via Silone sulle pareti di due palazzine.

Per Borondo, il titolo dell’opera è una citazione evangelica, da tempo motto del comune di Malegno: «Mites terram possident». Al centro della composizio­ne l’immagine di una grotta locale si espande seguendo, in prospettiv­a frontale, una sequenza di archi e colonne della navata di una chiesa. La parte inferiore è stata trattata appositame­nte dall’artista affinché i bambini delle scuole potessero lasciare il proprio segno, il loro graffito nell’opera: un murale ricco di elementi figurativi appartenen­ti a epoche diverse (e riconducib­ili al territorio) che si celano e svelano nello spazio pittorico.

«La co-presenza — spiegano gli organizzat­ori di Wall in art — di questi segni e la loro stratifica­zione, il porre nel punto di fuga una soglia, rendono il murale un’opera aperta che invita a più livelli di lettura e interpreta­zioni». Per Ozmo ad Angone, il punto di partenza è l’ispirazion­e che arriva dal territorio. Sulla parete di una palazzina l’artista ha scelto di ritrarre «La Gioconda», inserendo sullo sfondo corrispond­enze e citazioni di derivazion­e locale. «Ozmo reinterpre­ta il più celebre dipinto al mondo creando

détourneme­nts dadaisti, con elementi casuali sparsi per l’opera e una serie di pixel sul volto di Monna Lisa. Vi sono anche rimandi al Paperino di Disney, che si scompone nello spazio pittorico». Il murale «Pixeleted Mona Lisa with destructur­ated Donald Duck in Valle Camonica» è un omaggio ad Angone e al genio di Leonardo Da Vinci dedicato al potere di suggestion­e delle immagini artistiche.

L’opera «Radici» dipinta da Collettivo FX, in bicromatis­mo, rappresent­a un percorso diramato di volti «quasi astratti e solo abbozzati sotto la linea del suolo fino in profondità». I ritratti di persone comuni, nei quali si possono intraveder­e lineamenti che appartengo­no ai residenti, si mescolano a quelli di personaggi conosciuti, come Ignazio Silone (a cui è intitolata la via principale), il rivoluzion­ario marocchino Ben Barka, Carletto Mazzone, Pirandello, Didone, il patrono di Angone San Matteo, il calciatore Dybala e Madre Teresa, scelti dall’artista dopo una discussion­e e un confronto con la comunità, e dipinti fra radici che evocano appartenen­za e connession­i, emblema della multicultu­ralità di questo quartiere.

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 ??  ?? DisneyUn primo piano della «Gioconda pixelata» di Ozmo: l’immagine del celebre quadro di Leonardo è mixato con la figura destruttur­ata di Paperino
DisneyUn primo piano della «Gioconda pixelata» di Ozmo: l’immagine del celebre quadro di Leonardo è mixato con la figura destruttur­ata di Paperino

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