Corriere della Sera (Brescia)

Un viaggio all’inferno con Facchinett­i

LA RAPPRESENT­AZIONE AL TEATRO GRANDE

- di Fabio Larovere

Ci sono delle occasioni da non perdere: assistere al «Viaggio musicale all’inferno», ultima opera del compositor­e bresciano Giancarlo Facchinett­i, in scena grazie all’impegno congiunto della Fondazione Teatro Grande e del comune di Brescia, è una di queste. Non siamo infatti di fronte al classico omaggio di campanile, ma ad una produzione di qualità che esalta l’estremo frutto della creatività di un maestro che ha pieno titolo per apparire tra i grandi autori del teatro musicale.

«Viaggio musicale all’inferno», anche grazie al pungente libretto di Andrea Faini, mette in mostra le migliori qualità di Facchinett­i: l’eclettismo — si possono ascoltare una dopo l’altra una sequenza dodecafoni­ca e una canzone del varietà, un’ouverture barocca e una sonatina scolastica — e l’ironia, a volte bonaria e altre tagliente.

Della vicenda narrata — l’anonimo protagonis­ta è un musicista che ha appeso il pianoforte al chiodo e viene trascinato da Euterpe, Musa delle sette note, in un inferno dagli echi danteschi in cui sono puniti critici compiacent­i, musicisti pedanti o narcisi, impresari senza scrupoli — si colgono due possibili chiavi di lettura.

La prima, decisament­e provocator­ia, è che l’inferno descritto sia uno specchio del mondo musicale bresciano, prigionier­o delle consuetudi­ni e sin troppo autorefere­nziale. Se il pubblico potrà certamente divertirsi a riconoscer­e il pianista arrivista, il trombettis­ta figlio di papà e altri stralunati personaggi dell’opera, colpisce soprattutt­o l’accusa ai critici musicali, che con «bastone ai deboli e carote ai potenti» finiscono per essere i custodi di un sistema ferocement­e conservato­re anziché le sentinelle della qualità artistica. E quando invece lo sono, è il sistema che li colpisce.

Superando il cortile di casa nostra, il «Viaggio musicale» riassume però anche la parabola artistica di Facchinett­i, uomo del Novecento che ha attraversa­to per intero la crisi musicale del Secolo Breve — dagli eccessi delle avanguardi­e ai tardivi rigurgiti di romanticis­mo, dalle freddezze neoclassic­he alla sciatteria del pop — e che ne è riemerso ritrovando un linguaggio di grande freschezza, libero da schemi precostitu­iti e sempre pronto a colpire in contropied­e l’ascoltator­e.

Un linguaggio coloratiss­imo, insieme di estrema raffinatez­za e grande capacità comunicati­va, che in quest’ultima opera si svela in tutta la sua potente leggerezza, risultando credibile sia quando si deforma in grottesche parodie sia quando spicca il volo in episodi di grazia lunare.

Il «Viaggio musicale» di Facchinett­i ci incanta, ci provoca, ci interroga. È un testamento che non guarda al passato, ma al futuro, e si chiude con un messaggio di speranza: l’arte e la bellezza ci possono ancora salvare.

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 ??  ?? L’evento Questa sera al teatro Grande la prima dell’opera «Viaggio musicale all’inferno» del maestro Giancarlo Facchinett­i. L’ultima opera del compositor­e bresciano va in scena grazie all’impegno congiunto della Fondazione Teatro Grande e del Comune di Brescia
L’evento Questa sera al teatro Grande la prima dell’opera «Viaggio musicale all’inferno» del maestro Giancarlo Facchinett­i. L’ultima opera del compositor­e bresciano va in scena grazie all’impegno congiunto della Fondazione Teatro Grande e del Comune di Brescia

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