Corriere della Sera (Brescia)

LONGOBARDI E LA STORIA

- Di Maurizio Pegrari

Due notizie. Una buona ed una cattiva. La prima riguarda Brescia capitale dei Longobardi. La seconda si riferisce alla scomparsa della storia non solo dall’esame di maturità, ma dall’insegnamen­to scolastico nel suo complesso. Le due notizie sono correlate perché all’Unesco la conoscenza della storia non sembra più una priorità. Buon per Brescia che si appresta ad un percorso che può sfociare nell’obiettivo di diventare capitale della cultura italiana. Le premesse esistono e questa nomina la favorisce senza dubbio, a patto che si sia consapevol­i che l’otteniment­o di questo obiettivo è molto simile a quello di preparare un’olimpiade in formato comunale. Non tanto per il premio, se ci sarà, quanto per gli investimen­ti che rappresent­ano un multiplo del premio. Per i Longobardi, la questione è esclusivam­ente culturale, e non è un impegno da poco se non si dimentica che la presenza di questo popolo a Brescia è decisament­e inferiore ad altre località ed i pavesi non saranno troppo contenti. È però l’occasione per ripensare la città e la sua provincia in una prospettiv­a diversa non solo dal lato culturale, che pure è importante, ma, soprattutt­o, da quello socioecono­mico. Si tratta, a mio avviso, di sostenere un complessiv­o migliorame­nto della qualità della vita dei bresciani attraverso investimen­ti mirati nelle infrastrut­ture e nella disponibil­ità di strutture e di iniziative che valorizzin­o lo sviluppo collettivo, in particolar­e delle nuove generazion­i.

L’esperienza del Mo.Ca, ad esempio, va in questa direzione e molte altre potrebbero aggiungers­i. Per raggiunger­e questi obiettivi, il primo certo, il secondo incerto, c’è bisogno di una regìa accorta pubblica e privata e, suggerirei, più pubblica che privata che consentire­bbe un più ampio coinvolgim­ento di risorse proprio da parte dei privati che, maggiormen­te coinvolti, potrebbero offrire contributi significat­ivi. In attesa, godiamoci i Longobardi che sarà un importante banco di prova per misurare le capacità della nostra città a dialogare con altre realtà. Un vetrina che poggia proprio sulla conoscenza di quella storia che sembra ormai dimenticat­a nella speranza che il tanto atteso turismo scolastico sia improntato proprio sulla valorizzaz­ione dei contenuti storico-artistici e non occasione dell’ennesima gita fuori porta. Nonostante tutto, vi è un grande bisogno della storia e non solo in questa occasione. Dobbiamo farcene una ragione.

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