Frank, gli ergastoli sono definitivi
Rigettati quattro ricorsi su cinque. Nuovo appello a Milano per Jasvir Lal
Rigettando i ricorsi presentati dalle difese, la Cassazione ha confermato e reso definitive le due condanne all’ergastolo inflitte in appello nei confronti degli esecutori del duplice omicidio di Frank Seramondi e della moglie Giovanna, uccisi nell’agosto 2015 nella loro pizzeria. Confermate altre due condanne, un rinvio a nuovo appello.
Solo un imputato potrà avere un’altra chance. Per gli altri quattro (a meno di improbabili colpi di scena) finisce qui. In serata la corte di Cassazione ha sostanzialmente confermato le sentenze emesse dalla Corte d’assise d’appello nel settembre di un anno fa in relazione a un duplice omicidio che ha sicuramente segnato la città.
Era la mattina dell’11 agosto di tre anni fa: Francesco «Frank» Seramondi, 65 anni, e la moglie Giovanna Ferrari, 63, furono uccisi nella loro storica pizzeria da asporto di via Valle Camonica, freddati a colpi d’arma da fuoco da chi, meno di un paio d’ore, in un’intervista puntò il dito contro il giro notturno di persone poco raccomandabili nel piazzale di fronte al locale. Non bastò a farla franca.
Rigettando i ricorsi presentati dalle difese, i giudici romani hanno confermato la condanna all’ergastolo (inflitta anche in primo grado, in abbreviato) nei confronti degli esecutori materiali: Muhammad Adnan, il ragazzo pachistano che sparò a Frank e alla moglie, e Sarbjit Singh, il complice indiano che lo accompagnò in pizzeria. Respinto anche il ricorso sulla posizione di Santokh Singh (detto «Vicky»), che in appello prese 19 anni per aver partecipato all’organizzazione del delitto (di Frank), nonostante il suo legale sostenesse che si fosse defilato da tempo. Confermati anche i 6 anni a carico di Surjet Sing, accusato di aver procurato le armi usate per uccidere: nei suoi confronti, la Cassazione ha annullato con rinvio limitatamente alla confisca.
Un nuovo processo d’appello, che sarà celebrato a Milano, è stato disposto invece a carico di Jasfir Lam — difeso dagli avvocati stefano Paloschi e Daniela Vernia — imputato di ricettazione, che in appello fu condannato a cinque anni e quattro mesi. Tutto da rifare.
Fu una vera e propria esecuzione. Casco integrale calzato e fucile in mano, Adnan entrò in pizzeria e sparò: prima colpì di spalle la signora Giovanna, che stava lavorando, poi entrò in laboratorio e fece lo stesso con Frank — due colpi a distanza e un terzo, fatale, da vicino — che vedendolo arrivare cerò invano di difendersi.A fare da palo c’era Sarbjit, in scooter. La tragedia si consumò in una manciata di secondi: quanti ne bastarono, per gli inquirenti, per eliminare il rivale di sempre in affari