Cadde e poi morì La corte dispone una super perizia
Non c’è abbastanza per decidere. Non fino ad ora. Troppe le contraddizioni, opposte le conclusioni. In aula il caso è quello di Fulvio Ferremi: 71 anni, ex falegname in pensione, una casa a Preseglie, morì in Poliambulanza il 9 novembre di tre anni fa. Cioè nove giorni dopo una caduta a terra (che gli sarebbe stata fatale) a seguito di una lite accesa con la signora Gabriella Zanni , che di anni ne ha 67, a causa di un contenzioso datato sulla proprietà di un terreno in paese, dai confini che mai sono stati definiti al punto di risolvere e azzerare tutti i diverbi. Fatto sta che su disposizione del gip, a processo per l’omicidio preterintenzionale di Ferremi (la famiglia è assistita dall’avvocato Luca Dagnoli) c’è proprio Gabriella Zanni, assistita dal legale Gianfranco Abate, che ha sempre respinto al mittente le accuse: «Non ho spinto nessuno». Ma visto il radicale contrasto tra le valutazioni presentate nelle loro relazioni rispettivamente dal consulente della procura e da quello, invece, della difesa, la Corte d’assise ha disposto una perizia, quindi super partes, proprio per verificare l’eziologia dell’emorragia subaracnoidea che ha causato il decesso del pensionato. Bisogna capire dunque se possa essere stata provocata dalla caduta, quindi se sia riconducibile al trauma lombare riportato dalla vittima il 31 ottobre 2015. Due gli esperti ai quali il 22 novembre prossimo sarà ufficialmente conferito l’incarico di confermare, o escludere, il nesso causale tra la caduta e la morte: un medico legale e un neurochirurgo, entrambi di Torino. Per la parte civile si tratta di un passaggio «positivo» dal momento in cui «ai famigliari del signor Ferremi interessa soltanto la verità. Quindi ritengo che con questo supplemento di indagine tecnico-scientifica si capirà davvero se la colpa sia da attribuire all’imputata o se si sia trattato di una tragica fatalità». Dopo le discussioni, entro il mese di febbraio il procedimento dovrebbe arrivare a sentenza. (m.rod.)