La Tav divide governo e sindaci
Il nodo infrastrutture Le anime della maggioranza restano distanti mentre si attende l’analisi sul rapporto costi -benefici La nota al documento di economia e finanza non dipana i dubbi sulla necessità della linea
La Lega non ha dubbi: la linea Brescia -Verona dell’Alta velocità va completata, ma nemmeno la nota al documento di economia e finanza contribuisce a sciogliere l’enigma se i lavori devono partire o vanno bloccati.
Sull’Alta velocità BresciaPadova la maggioranza di governo ha posizioni diverse: la Lega è a favore, i Cinque Stelle no. Quale sintesi sarà possibile? La nota al Documento di economia e finanza non sembra dipanare i dubbi. L’analisi tra costi e benefici pare essere l’elemento di congiunzione, ma le aspettative sull’esito sono molto diverse.
Onorevole Stefano Borghesi (Lega), come concilierete queste due posizioni?
«Nella nota al Documento di Economia e Finanza è scritto, testualmente, che il governo “ribadisce la sua intenzione di portare a compimento gli investimenti strategici seguendo standard rigorosi di efficienza e, a questo scopo, intende sottoporre ad una rigorosa analisi costibenefici e a un attento monitoraggio le grandi opere in corso”. E la Brescia-Padova rientra in questo discorso».
Ma se l’analisi costi-benefici dovesse arrivare a febbraio, come farete a usarla per la legge di bilancio?
«Io credo che l’analisi sarà terminata entro poche settimane, altrimenti non avrebbe senso. E comunque ritengo che quello studio dimostrerà che la Tav deve essere fatta. Attendiamo fiduciosi, visto che è un’opera che serve».
Ma i vostri alleati non la pensano così.
«Conosco il loro scetticismo. Ma ripeto: sono convinto che lo studio darà esito positivo».
E se l’analisi bocciasse la Tav, rispetterete l’esito?
«Assolutamente sì, ma mi devono dimostrare che quest’opera non è utile in termini di ricadute sul territorio. L’analisi va rispetta, è nell’accordo di governo. Ma gli esperti saranno a favore».
Teme possa essere messa in discussione anche l’autostrada della Valtrompia?
«Per la Valtrompia l’iter è arrivato a conclusione. C’è il contratto firmato tra Anas e Salini, i contenziosi sono ormai sciolti, è stato consegnato l’avvio dei cantieri, ci sono le opere di bonifica. È difficile che qualcuno possa met«È terla in discussione. I benefici di quest’opera sono chiari».
Tornando alla Tav, il collante in maggioranza quindi è l’analisi costi-benefici.
«C’è un impegno bipartisan. Ed è nel contratto di governo. In questi mesi di lavoro, poi, ci siamo confrontati con i Cinque Stelle e poi troveremo una soluzione».
Però avete idee molto diverse su fiscalità, infrastrutture e altro. Durerà cinque anni il governo?
nato per durare cinque anni. Da qui si parte. Poi è inutile nascondersi: proveniamo da due storie politiche diverse. Il contratto di governo è stato il punto di incontro. In questo c’è assoluto rispetto. La macchina gira perché sui provvedimenti domina il buon senso e si lavora. Tutto poi si può migliorare, con gli emendamenti. Ma il nostro non è un accordo politico: alle elezioni noi siamo alleati del centrodestra, i Cinque Stelle corrono da soli. Ri-
peto, sono due storie diverse: ci siamo trovati d’accordo su certi temi. Dopodiché, tra di noi c’è chiarezza sul rispetto degli accordi di governo».
Ma alle elezioni di maggio quale sarà la vostra posizione sull’Europa?È ancora prevista la possibilità di uscire dalla moneta unica?
«Non è prevista alcuna uscita. L’impegno politico è di cambiare gli asset dell’Unione europea. Veniamo sempre tacciati di essere antieuropei, ma non è così: chiediamo solo che l’Europa sia dominata da meno burocrazia e segua di più i bisogno delle persone».
Ma l’idea del referendum sull’euro è stata accantonata?
«Non è un’ipotesi in campo. Ciò che mi auguro dalle elezioni di maggio è che commissari come Pierre Moscovici (delegato agli Affari economici, ndr) non ci siano più. Se l’Europa cambia, anche gli italiani saranno più europeisti».
Visto l’esito della Brexit, la Lega ha quindi archiviato l’idea del referendum?
«Secondo me in questo momento non serve uscire dall’euro. Certo il sistema europeo attuale non ha giovato all’Italia».
Quindi il referendum è ancora possibile?
«Non è previsto. E nel contratto di governo non c’è».