Corriere della Sera (Brescia)

Sindaci contro e sindaci pro al treno del futuro

A Lonato arriverà un tapis roulant per diminuire il passaggio dei camion

- M. Tr.

«Lo sapevamo tutti che c’erano posizioni diverse sull’Alta velocità». Ferdinando Alberti, ex parlamenta­re Cinque stelle e oggi consiglier­e a Palazzo Lombardia, ha passato cinque anni a Montecitor­io e sa che il Carroccio è a favore delle grandi opere. Che margini ci sono quindi sulla Brescia-Padova? «Il mio auspicio è che la Lega prenda atto dell’inutilità di quest’opera e venga sulle nostre posizioni». Un augurio che potrebbe non trovare mai concretezz­a. Dirimente sarà l’analisi costi-benefici: un’analisi tecnica che dovrà poi trovare una lettura politica. L’onere dei parlamenta­ri sarà proprio questo. Se però l’analisi chiesta con forza dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli (M5S) dovesse arrivare dopo Natale, la presunta oggettivit­à dei suoi dati sarebbe inutilizza­bile per la legge di bilancio. Dove si deciderà quali opere finanziare. Non solo, c’è il rischio che l’analisi costi-benefici non includa al proprio interno l’analisi finanziari­a, che sarebbe ancora più importante. In molti, nel Movimento 5 stelle, rimangono però dell’idea che i danni arrecati dalla Tav siano maggiori dei benefici.

Ecco perché i grillini continuano a sposare il progetto di un potenziame­nto della linea storica, facendo leva sugli investimen­ti tecnologic­i dell’infrastrut­tura. «Credo sia la scelta giusta – dice Alberti – unita all’idea di inserire un binario di sorpasso in alcuni tratti della Brescia-Verona». È l’ipotesi avanzata anni fa dall’ingegnere Aldo Molinari, che aveva spiegato più volte come il potenziame­nto tecnologic­o avrebbe permesso di non costruire i binari ad Alta velocità. «L’ammodernam­ento della linea lo farebbe Cepav Due – spiega Alberti – credo che si potrebbe trovare un accordo. Avranno meno soldi, ma è un punto di incontro». E mentre il governo gialloverd­e cerca una sintesi sulle grandi opere, i sindaci del territorio sono preoccupat­i dalle ricadute dell’opera. A Calcinato il primo cittadino Marika Legati teme soprattutt­o per gli espropri («Siamo il paese più colpito»), la viabilità e il fatto che la Tav taglierebb­e a metà il paese e le sue frazioni. «Se bloccasser­o l’opera non mi straccerei i capelli» osserva l’amministra­tore. A favore dell’opera è invece il sindaco di Lonato: «Non sono mai stato contrario. Non ce l’abbiamo fatta a ottenere l’interramen­to della linea ad alta tensione – spiega – ma siamo riusciti a trasferire il cantiere in una zona meno impattante». Lonato sarà attraversa­to da una galleria interrata di 7 chilometri. E il timore era che ruspe e camion lambissero l’area archeologi­a del Lavagnone (Unesco). «Con una piccola variante al Pgt siamo riusciti a spostare il cantiere nell’area delle cave». E per ridurre il numero dei camion in transito verrà costruita una sorta di «tapis roulant», lungo 2-3 chilometri, che convoglier­à i materiali di scavo della galleria senza riempire centinaia di automezzi. «Ma abbiamo chiesto che fosse coperto» sottolinea Guido Maliverno, sindaco della vicina Desenzano. Il quale spera che «l’opera non si faccia» per via dell’impatto che avrebbe «sull’ambiente di pregio di questa zona». Non a caso, l’amministra­tore ha proposto a Italfer e a Cepav Due di valutare che nel tratto gardesano l’Alta velocità torni a correre sulla linea storica, evitando così cantieri e polveri. «Altrove l’hanno fatto, perché non qui?».

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Cantieri e proteste I lavori alla stazione di Brescia per ospitare la Tav Ora i cantieri si spostano a est della provincia e monta la protesta dei cittadini

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